Funivia Trento-Bondone, i conti non tornano e gli investitori privati non arrivano
Il business garantito dal mega parcheggio non basterebbe alla copertura dei costi di costruzione e di gestione dell'impianto di risalita. Il sindaco Ianeselli: «Nessun imprenditore si è fatto avanti». Da Roma ok ai 37,5 milioni per il lotto fino a Sardagna. Entro marzo la scelta tra parteniarato o appalto tradizionale tutto pubblico
PROCEDURA Un'opera da 70 milioni, ne servono 33 dai privati
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TRENTO. Non tornano i conti. Il privato, fin qui considerato da Comune e Provincia partner indispensabile per realizzare il nuovo impianto a fune del Bondone, non rientrerebbe dei costi di realizzazione del collegamento per la parte di competenza, il secondo lotto tra Sardagna e Vason. Non basta il business garantito dalla gestione del mega parcheggio di attestamento a valle, dove ora c'è l'area dalla motorizzazione civile, a garantire la copertura dei costi di costruzione e di gestione.
E questo spiega, accanto alla mancanza del decreto di finanziamento effettivo del primo lotto da parte del ministero delle infrastrutture e trasporti (Mit), perché la Provincia non abbia ancora pubblicato - avrebbe dovuto farlo entro il 31 dicembre scorso - l'avviso per raccogliere le manifestazioni di interesse di potenziali investitori.
Una decisione sarà presa entro marzo, scegliendo tra due ipotesi; un partenariato pubblico-privato, come fin qui ipotizzato, supportato però da un canone annuo versato al privato; un intervento per intero pubblico, poi con affido del servizio alla società inhouse Trentino Trasporti.
Il finanziamento in arrivo. Ad inizio febbraio il direttore generale del Mit, Angelo Mautone, ha inviato alla Provincia la relazione istruttoria sull'"Impianto di trasporto collettivo tra la città di Trento ed il monte Bondone . Lotto 1 Trento-Sardagna" che riporta «il positivo esito della valutazione dell'intervento».
«Manca però ancora il decreto di trasferimento effettivo delle risorse» dice l'assessore alla mobilità del Comune, Ezio Facchin. Il "quadro esigenziale" propedeutico alla raccolta delle manifestazioni di interesse da parte di capitali privati, prevede un costo complessivo dell'impianto di «circa 70 milioni di euro».
Da Roma, dal Mit, arrivano 37,448 milioni di euro, e tale importo sarebbe la quota di compartecipazione della Provincia al partenariato pubblico-privato per realizzare il primo lotto Trento-Sardagna a servizio urbano. Quello successivo tra Sardagna e Vason (servizio extraurbano) sarebbe invece per intero a carico delle imprese private. I privati per ora assenti.
Vero che è stata rinviata la raccolta delle manifestazioni di interesse. Ma non risulta, né in Provincia, né in Comune, che ci sia la coda di soggetti privati pronti ad investire.
«Con me, personalmente, non c'è stato alcun contatto da parte di privati» spiega il sindaco, Franco Ianeselli «so però che l'assessore Facchin ha ottenuto rassicurazioni dal direttore generale della Provincia (Raffaele De Col, ndr): se non ci sono i privati, i soldi ce li mette la Provincia».
E l'assessore Facchin conferma: «Nessun contatto con possibili investitori. C'è un gruppo tecnico al lavoro, formato da Comune, Cassa del Trentino e il dipartimento trasporti della Provincia. Stiamo definendo, in via preventiva, tutti i parametri per valutare tra due scelte: partenariato con canone aggiuntivo, o finanziamento integrale da parte della Provincia».
Il mega parcheggio non basta. Perché i conti non tornano? L'ipotesi era che gli investitori privati potessero realizzare il mega parcheggio multipiano, in parte interrato, in Destra Adige, a ridosso della stazione di arroccamento per Sardagna (la partenza sarà all'hub intermodale dell'ex Sit). Una cosiddetta "opera calda" redditizia, capace di produrre, con la gestione dei posti auto, risorse per realizzare il secondo lotto a monte. Non è così, però.
Le prime analisi rivelano che il mega parcheggio costerebbe 42 milioni di euro e che potrebbe, con una tariffa media per la sosta pari a 1,5 euro/ora, portare ad un utile di esercizio tra i 2,6 e i 2,8 milioni di euro l'anno. Del tutto insufficiente a coprire i costi di realizzazione del lotto a monte e il disavanzo di gestione del collegamento, stimato in 2,58 milioni di euro l'anno. Nella sostanza, il grande parcheggio si ripagherebbe, ma non produrrebbe risorse per la tratta "privata" Sardagna-Vason.
I costi di esercizio del collegamento a fune sono stimati in 3,97 milioni l'anno, mentre i ricavi tariffari (ticket), considerando 910 mila passaggi/anno, sarebbero pari 1,39 milioni di euro. Una sentenza del 2023 della Corte Costituzionale ha fatto chiarezza in materia di concessioni per la realizzazione e gestione di impianti a fune.
Nella sostanza, la Provincia committente ha mano libera. «Trattandosi di trasporto pubblico locale, possiamo anche riconoscere un canone aggiuntivo annuo in caso di partenariato pubblico-privato» spiega Roberto Andreatta, il dirigente provinciale che segue il dossier «oppure ricorrere al modello tradizionale: appaltare la realizzazione dell'intera opera e poi, come Provincia, affidarne la gestione alla eventuale inhouse. In tale caso, però, servono le risorse subito (35 e più milioni di euro) a bilancio della Provincia. La decisione sarà presa entro marzo».