La rivolta nel carcere di Trento, il Sappe chiede un sopralluogo tecnico e un'ispezione sanitaria
Il sindacato di polizia penitenziaria parla di "folle protesta di un gruppo di detenuti" e denuncia le condizioni di lavoro del personale nella struttura di Spini di Gardolo: "Solo la professionalità e la freddezza degli agenti ha permesso di ripristinare l'ordine"
IL FATTO Rivolta in una sezione del carcere di Trento
EMERGENZA Il carcere di Spini sovraffollato: i dati
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DRAMMA Detenuta trovata senza vita nel carcere di Spini
GARANTE "In carcere solo chi ha commesso reati gravi"
TRENTO. "Ancora una volta, follia e violenza nel carcere di Trento per la folle protesta di un gruppo di detenuti e il personale della polizia penitenziaria che aderisce al Sappe, primo sindacato dei baschi azzurri, torna a protestare con veemenza per una situazione esplosiva che era nota ai vertici dell'amministrazione penitenziaria nazionale e regionale ma rispetto alla quale nessun provvedimento era stato assunto", scrivono in una nota il segretario regionale e provinciale del Sappe (Sindacato autonomo polizia penitenziaria) David Stenghel e Massimiliano Rosa, dopo la rivolta avvenuta nel pomeriggio di ieri nel carcere di Spini di Gardolo .
"Il tutto - spiegano Stenghel e Rosa - è successo per una contestazione disciplinare fatta a un detenuto poco prima. I rivoltosi hanno distrutto i vetri blindato delle guardiole interne alla Sezione, hanno sradicato tutti i termosifoni e con gli stessi hanno rotto i vetri blindato, hanno spaccato i rubinetti del locale lavanderia e distrutto tutto l'impianto elettrico.
È stato chiamato tutto il personale libero dal servizio e solo la professionalità e la freddezza della polizia penitenziaria ha permesso di ripristinare l'ordine in tarda serata. All'esterno della struttura di Spini di Gardolo erano presenti anche alcune pattuglie della polizia e dei carabinieri in supporto e che controllavano l'esterno dell'istituto. I danni si possono quantificare in decine di migliaia di euro".
Il Sappe chiede "un sopralluogo tecnico da parte del Prap e una visita ispettiva da parte dell'Asl per valutarne l'idoneità sotto il profilo dell'igiene e della sicurezza sui luoghi di lavoro".
Per il segretario generale di Sappe Donato Capece servono "interventi urgenti e strutturali che restituiscano la giusta legalità al circuito penitenziario intervenendo in primis sul regime custodiale aperto. Servono poliziotti e regole d'ingaggio chiare, tecnologia e formazione per chi sta in prima linea nelle Sezioni, strumenti di difesa e contrasto delle violenze".