Video di Sgarbi a Riva del Garda e nuova bufera, Arcigay e Pd: "Frasi omofobe e sessiste"
Durante un selfie, fatto all'aperto, al pont dei Strachi, con dei ragazzini, il presidente dei musei trentini Mart e Mag dice: «Non siete fin****i vero?» E poit tutti insieme: «Viva la f*ga!»
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RIVA. Sabato, poche ore dopo l'inaugurazione della mostra su Giovanni Skulina in Rocca. Il presidente del Museo Alto Garda e del Mart Vittorio Sgarbi è seduto sul «pont dei strachi» e due ragazzini colgono l'occasione per fare un video con lui. Tredici secondi in tutto, 13 secondi durante i quali il critico d'arte si lascia andare a frasi omofobe e sessiste. Cinge al collo un ragazzo dai capelli biondo oro e chiede ai due giovani: «Non sarete mica f....chi, vero?». E non contento, eccolo pronunciare con trasporto il classico «Viva la f...», ripetuto almeno un paio di volte.
Il video si conclude con in sottofondo la voce della vicesindaca e assessora alla cultura Silvia Betta che richiama il presidente alla mostra. Ma ormai la frittata è fatta e a completarla ci ha pensato l'altro giorno uno dei due ragazzini che ha caricato il video su Tik Tok. Nel giro di ventiquattr'ore le visualizzazioni hanno sfiorato quota mezzo milione, i «mi piace» sono stati oltre 60 mila, le condivisioni 19 mila e i "salvataggi" poco più di 6 mila. Insomma, come si dice in gergo, un video divenuto ben presto virale. Il caso è rimbalzato ben presto in consiglio provinciale dove ieri mattina non si parlava d'altro. E ha marcato una divergenza di vedute tra presidenza e vice della stessa giunta provinciale. Il governatore Maurizio Fugatti si è limitato a commentare «Sgarbi fa Sgarbi», chiudendo così la discussione. Ben più taglienti le parole della vicepresidente e assessora alla cultura Francesca Gerosa (Fratelli d'Italia): «È inaccettabile. E mi fa molto arrabbiare. Io penso sempre se fosse uno dei miei figli ad essere trattato così come un reietto. Prenderei la persona che lo fa a calci nel sedere...».
Ma la stessa numero due di Piazza Dante nulla dice rispetto alla conferma o meno di Sgarbi alla guida del Mart, nomina che dovrebbe arrivare a brevissimo. In tal senso una sollecitazione a rimuovere Sgarbi dall'incarico è arrivata ieri sera da Arcigay del Trentino: «È inconcepibile che esternazioni così discriminatorie e odiose siano state pronunciate da chi rappresenta due delle più importanti istituzioni culturali della nostra provincia, il Mart di Rovereto e il Mag di Riva del Garda. Espressioni cariche di sessismo e di omofobia, pronunciate davanti a due persone giovanissime, con la faciloneria che contraddistingue da troppo tempo Sgarbi. Chiediamo all'assessora Francesca Gerosa di sollevare immediatamente Vittorio Sgarbi dagli incarichi che ricopre».
I primi a sollevare il caso sono stati i consiglieri provinciali del Pd Michela Calzà e Alessio Manica: «Lungi dal gridare allo scandalo - scrivono i due dem - rimane la grande amarezza nel constatare, ancora un volta, la grevità di un personaggio che dovrebbe essere esempio di cultura e di educazione e che si riduce invece ad essere solo triviale e volgare con degli adolescenti, trasmettendo così un messaggio fuorviante, diseducativo e denso di un linguaggio pesante e profondamente offensivo, discriminatorio, omofobo e misogino. In attesa della sua riconferma alla guida del Mart, ostinatamente perseguita da una giunta provinciale e dalle istituzioni locali che, come le tre scimmie, non vedono, non sentono e non parlano ed accettano ogni intemperanza, promuovendo così modelli di intolleranza e di razzismo che feriscono l'intera comunità».
La vicesindaca di Riva Silvia Betta (Patt) dal canto suo afferma di aver visto il video «soltanto oggi» e di non aver riconosciuto sul momento uno dei ragazzini, peraltro noto alle cronache cittadine: «Delle parole di Sgarbi risponde Sgarbi - replica la numero due di Palazzo Pretorio - Io posso solo dire che ha fatto uno splendido intervento all'inaugurazione della mostra e che di questo è stato ringraziato anche dalla famiglia Skulina. Trovo invece scandaloso, vergognoso e molto pericoloso che si usino video con ragazzi minorenni su chat politiche e di partito». P.L.