Il progetto / Puntata 1

Vigili del fuoco volontari, il gioiello trentino che l'Italia ci invidia: un viaggio nel mondo dei pompieri

Parte con l'intervista al presidente della Federazione Luigi Maturi un percorso che ci porterà ogni martedì a presentare su www.ladige.it i 236 corpi e le 13 unioni distrettuali. Vi faremo conoscere la loro storia e le persone che le compongono e che ogni giorno sono sempre in prima linea per noi 

VIDEO L'intervista al comandante

Un progetto per valorizzare quella meravigliosa macchina rappresentata dai vigili del fuoco volontari del Trentino, invidiatissima da tutta Italia. Viene lanciato il 30 aprile dall’Adige: ogni martedì uscirà su www.ladige.it la presentazione della scheda di un nuovo corpo o unione distrettuale. Oggi partiamo dalla Federazione e diamo voce al nuovo presidente.

Le puntate saranno tantissime: stiamo infatti parlando di una struttura che conta 236 corpi, con oltre 5.000 persone in organico, raggruppati sul territorio provinciale in 13 unioni distrettuali (Cles, Fassa, Fiemme, Primiero, Valsugana e Tesino, Pergine Valsugana, Vallagarina, Giudicarie, Valle di Sole, Altogarda e Ledro, Mezzolombardo, Trento, Fondo): tutti insieme, questi soggetti danno vita alla Federazione dei Corpi dei vigili del fuoco volontari. Di fatto, quasi in ogni paese delle nostre valli c’è una caserma dei vigili del fuoco. 

I pompieri volontari rappresentano dei punti di riferimento per le rispettive comunità: sono molto radicati sul territorio e rappresentano una delle realtà più vicine ai cittadini. Presenteremo la loro storia, gli eventi che ne hanno segnato la crescita e i rispettivi comandanti presenteranno come è composta la propria squadra di lavoro, ci racconteranno quali sono stati gli interventi più impegnatevi effettuati negli ultimi anni. In ogni uscita ci sarà una parte testuale e un video.


IL PRESIDENTE DELLA FEDERAZIONE: PRONTI ALLE NUOVE SFIDE

La prima divisa da vigile del fuoco l’ha indossata all’età di 7 anni. Se n’è subito innamorato e da allora non l’ha mai più abbandonata. Tutte le volte che parla di come si è avvicinato a questo mondo e di quanto lo appassiona, Luigi Maturi si emoziona: “Sono presidente della Federazione provinciale dei Vigili del fuoco volontari da sei mesi e uno dei miei primi obiettivi è far avvicinare a noi un numero sempre superiore di giovani e donne”. E aggiunge: “Questo progetto che lancia l’Adige, oltre a farci conoscere ancora di più dalla gente, può aiutarci in tal senso”. Dietro alle sue spalle, mentre parla nel suo ufficio, ci sono riconoscimenti, foto, gagliardetti. Simboli di anni di interventi e missioni.

Presidente, quando è entrato nei vigili del fuoco?

Ufficialmente nel 1988. Ma in realtà ne faccio parte da sempre. Mio padre è stato comandante del Corpo di Pinzolo dal 1976 al 1999. Dopo di lui sono arrivato io e sono andato avanti per 20 anni. E’ stato un onore, un’esperienza bellissima. Diciamo che i pompieri di Pinzolo sono stati all’insegna dei Maturi comandanti per 43 anni. Ora c’è mio figlio che sta completando il corso base, la tradizione familiare continua.

I vigili del fuoco volontari, un patrimonio del Trentino. Il presidente Maturi: ecco cosa rappresentano

La prima divisa da vigile del fuoco l’ha indossata all’età di 7 anni. Se n’è subito innamorato e da allora non l’ha mai abbandonata. Tutte le volte che parla di come si è avvicinato a questo mondo e di quanto lo appassiona, Luigi Maturi si emoziona: “Sono presidente della Federazione provinciale dei Vigili del fuoco volontari da sei mesi e uno dei miei primi obiettivi è far avvicinare a noi un numero sempre superiore di giovani e donne”. E aggiunge: “In questo il progetto che lancia l’Adige, oltre a farci conoscere ancora di più dalla gente, può aiutarci in tal senso”. Dietro alle sue spalle, mentre parla nel suo ufficio, ci sono riconoscimenti, foto, gagliardetti. Simboli di anni di interventi e missioni.

Dopo 20 anni da comandante ha deciso di puntare in alto. Perché?

Non per una questione di ambizione personale. Mi avevano più volte chiesto di fare il presidente della Federazione, ma avevo sempre rifiutato. Poi per anni ho fatto il vicepresidente, ora ho accettato di farmi carico di questo impegnativo ruolo. Ho una ottima nuova squadra e da poco è arrivato anche Davide Armani, dirigente giovane e preparato. Vedremo di dare il massimo.

Obiettivi?

Fare andare la macchina della Federazione ancora più forte. Proseguire sulla strada intrapresa dai miei predecessori e fare ancora meglio.

Come si fa?

Lavorando. Ho trovato una buona situazione, ci sono però dei problemi che vanno risolti. C’è ad esempio una burocrazia sempre più pesante che rischia di mandare in crisi non tanto la Federazione che ha dei dipendenti, quanto le strutture dei vari corpi sul territorio. Un comandante non può perdere il suo tempo a firmare carte e, nel caso di acquisti, a farsi carico di procedure complesse a discapito dell’attività operativa. Dobbiamo cercare di aiutarli. La Provincia quando può ci viene incontro, dobbiamo però fare di più.

A chi dice che non si devono più spendere soldi per realizzare nuove caserme o ristrutturare quelle esistenti, cosa risponde?

Le caserme sono delle case della comunità, non strutture riservate ai vigili del fuoco. Investire per costruirne una o sistemare quelle vecchie significa dare vita a dei poli che in casi di emergenza rappresentano una salvezza. Vaia dovrebbe avere insegnato qualcosa. Una delle cose che voglio fare durante questi tre anni – tanto dura il mio mandato – è quello di aprire le caserme alla gente. Voglio che siano vissute da tutti e per buona parte dell’anno.

Da un punto di vista delle attrezzature, come sono messi i vigili del fuoco trentino a suo giudizio?

Bene. Ogni anno, con il buon senso del padre di famiglia che cerca di evitare gli sprechi, cerchiamo di sostituire le autobotti e i mezzi leggeri messi peggio. Investiamo anche parecchio sotto la voce formazione: senza questa non si va da nessuna parte.

Molte realtà del volontariato trentino sono state messe in ginocchio dal Covid. A causa della pandemia hanno perso iscritti. E’ successo anche a voi?

Rispetto a dieci anni fa, siamo più numerosi. Il ricambio generazionale è assicurato, anche se non nego che durante il Coronavirus qualche piccolo inevitabile rallentamento c’è stato. Mi piace comunque vedere la passione che ci mettono i nostri allievi e le ragazze che si avvinano a questo mondo. La vivono come se fosse una missione.

Torniamo a lei. Qual è stato l’intervento che si ricorda di più?

Ne dovrei elencare tanti. Quando si fa il vigile del fuoco e ancora di più il comandante si vivono situazione emozionanti a getto continuo. Mi è capita però di restare toccato in occasione degli incidenti stradali dove ci sono coinvolti dei bambini. Vi assicuro, che non è facile operare in quei momenti.

Molti vigili del fuoco volontari quando succedono disgrazie a livello nazionale ed internazionale partono sempre di più con la Protezione civile trentina.

“Sono apprezzate le nostre professionalità, perché un vigili del fuoco spesso oltre ad essere una persona che non si tira mai indietro quando c’è da lavorare è magari un artigiano, un professionista o un esperto di un determinato settore. 

Anche su quel fronte ho ricordi indelebili. Quando sono andato in Emilia la gente non sapeva più come ringraziare me e tutti gli altri trentini. Ci continuano ad invitare ancora adesso.

Come vede il futuro dei Vigili del fuoco trentini?

Ottimo. Gli unici errori che dobbiamo evitare di commettere sono quelli di autocelebrarci oppure di non evolverci. Conoscendo i 236 comandanti e il mondo che c’è alle loro spalle non credo proprio che questo succederà. Sarà una bellissima sfida. Da vincere.


I NUMERI: 5.800 tra uomini e donne, oltre 1.500 gli allievi

I vigili del fuoco volontari trentini di sesso maschile in servizio attivo dei 236 corpi presenti capillarmente in tutta la provincia sono 5.500. A loro si affiancano oltre 300 vigilesse del fuoco (tre sono i comandanti donna). Le unioni distrettuali sono 13, 1.000 gli allievi (maschi) e 250 circa allieve di età compresa tra i 10 e i 17 anni. 

Il settore degli allievi quest’anno godrà di una vetrina prestigiosa grazie all’organizzazione del 24° Concorso Internazionale allievi vigili del fuoco CTIF, di scena a Borgo Valsugana dal 21 al 28 luglio. Il Trentino, dunque, in quella settimana si trasformerà nella capitale del mondo giovanile dei vigili del fuoco. L’organizzazione è curata dalla Federazione, attraverso l’apposito comitato organizzatore. (Nella foto al centro il presidente Luigi Maturi e i suoi vice Corrado Asson e Daniele Postal).

I numeri che accompagneranno la manifestazione sono importanti e vedranno la presenza di circa 900 tra allievi di età compresa tra i 12 e i 16 anni ed accompagnatori in rappresentanza di 25-30 nazioni, per un totale di circa 1100-1200 persone se consideriamo anche giudici di gara, capi delegazione e membri dell’apposita Commissione Internazionale.

Da ricordare inoltre che dal 27 al 30 giugno si svolgerà in Vallagarina, precisamente a Brentonico, il tradizionale campeggio provinciale riservato agli allievi, giunto alla 21esima edizione. Quattro giorni in cui i vigili del fuoco di domani, seguiti dai loro istruttori, potranno rinsaldare e stringere nuove amicizie, rafforzando i valori che stanno alla base del volontariato, ed acquisire nuove nozioni in campo pompieristico.


GLI INTERVENTI

Nelle prossime settimane verranno resi noti i numeri sull’attività svolta dai vigili del fuoco volontari nel 2023. Gli ultimi dati erano stati diffusi a giugno dell’anno scorso. Nel 2022 gli interventi erano risultati in aumento dello 0,6 per cento rispetto al 2021. 

Entrando più nel dettaglio, si scopre come nel 2022 gli incendi siano aumentati del 34,7% e gli incidenti stradali del 34,6%; in diminuzione invece gli interventi di soccorso a persone (-15,9%). Le ore/uomo annue, se consideriamo anche manovre ed addestramenti pratici, complessivamente hanno raggiunto quota 460.159, con un aumento pari al 27,6%.


POMPIERI TRENTINI: una storia centenaria

Quella dei vigili del fuoco volontari in Trentino è una presenza capillare e dalle radici molto antiche. Una tappa importante, nell’ultracentenaria storia del movimento pompieristico provinciale, risale al periodo di dominazione asburgica ed è rappresentata dal regio decreto emanato dall’imperatore Francesco Giuseppe nel 1886. Si tratta del primo regolamento che inquadra, disciplina ed organizza la lotta al fuoco, prevedendo che ogni comune si dotasse di un corpo di vigili del fuoco volontari adeguato alle dimensioni e alle caratteristiche del territorio di competenza.

Come avveniva l’arruolamento? Esistevano in passato vigili del fuoco professionisti? Ricostruire con precisione la nascita, l’evoluzione e l’organizzazione del movimento pompieristico ini Trentino risulta difficile per la mancanza di testimonianze scritte, andate distrutte a seguito di incendi o di avvenimenti bellici. Quello che si può dire con certezza, cercando di rispondere a tali domande, è che nel 19° secolo si possono individuare quattro tipologie di vigili del fuoco. Accanto ai volontari, troviamo i pompieri assoldati, che fanno parte del personale di servizio dei comuni, i pompieri privati, che prestavano servizio ad esempio nelle fabbriche, ed i zappatori-pompieri. (Nella foto i Vigili del fuoco del corpo di Caderzone nel periodo austro-ungarico)

Fin dagli albori del movimento pompieristico trentino si fa strada l’esigenza di creare dei ritrovi tra comandanti, con l’obiettivo di condividere saperi ed esperienze. In tale cammino importante è la data del 17 marzo 1871, quando la sala minore del Civico municipio di Trento ospita quella che potremmo definire come la prima assemblea costituente della realtà pompieristica trentina.

Vengono così gettate le basi per la costituzione della “Federazione tra i corpi dei pompieri del Trentino” che sarebbe stata costituita formalmente solo nel 1908, su iniziativa di Arturo Mantovani, che rivestì la carica di presidente fino al 1920, e di Carlo Moser e Rinaldo Tamanini, ispettori rispettivamente dei corpi di Pergine e di Trento. Arco, il paese di residenza del primo presidente Mantovani, fu la prima sede della Federazione. Per fare parte di questa associazione i corpi dovevano versare una tassa di iscrizione che spaziava dalle 3 alle 6 corone in base al numero di pompieri dei singoli corpi.

Nel 1954, dopo varie vicissitudini legate alle due guerre mondiali, la legge regionale n. 24 istituisce l’Unione provinciale dei corpi vigili del fuoco volontari del Trentino, punto di riferimento per tutti i corpi trentini, che nel 1992 acquisisce l’attuale dominazione di Federazione dei corpi vigili del fuoco volontari della Provincia di Trento.

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