Comune di Trento contro la Provincia: «Famiglie straniere con bambini, ci scarica il problema qui»
Quindici nuclei familiari, tutti concentrati nel capoluogo, e per le casse di palazzo Thun sono costi esorbitanti: lettera a Fugatti
TRENTO. Il Comune di Trento è ai ferri corti con la Provincia sul fronte accoglienza. E questa volta, dopo anni di «tentativi di interlocuzione andati a vuoto», l'amministrazione comunale è pronta a inviare una lettera di diffida indirizzata a piazza Dante. Il punto nevralgico della questione, nello specifico, rimane uno: le famiglie con minori (attualmente 15 nuclei) che, senza una casa, sono state accolte in ostelli e alberghi a spese del Comune, attraverso il Fondo solidarietà Città di Trento.
«Non riusciamo più a sostenere i costi di cui si dovrebbe fare carico la Provincia - spiega l'assessore comunale alle politiche sociali Alberto Pedrotti - a causa sua 15 famiglie con figli minori rischiano di trovarsi per strada. Per questo chiederemo a chi di competenza di prendere in mano la situazione, altrimenti presenteremo il conto». La questione appare molto delicata. «Non ci sono strutture sul territorio che possano accogliere nuclei famigliari, tenendo insieme i membri e senza separarli. C'è rabbia perché il rischio che queste persone finiscano senza un alloggio c'è ed è imminente se la Provincia non decide di intervenire. A quel punto sarà loro responsabilità se dei bambini finiranno per non avere un tetto sopra la testa. Da tre anni ci siamo presi in carico questo problema, anche a livello economico, sobbarcandoci l'onere di pagare le strutture ricettive. Abbiamo mandato diverse lettere, cercato di parlare con più assessori ma dalla Provincia nessuna risposta. Qui però si tratta di minorenni e residenti. In prevalenza immigrati che arrivano in città e vengono a suonare al citofono di via Bronzetti». Le ultime lettere erano infatti state indirizzate al presidente Maurizio Fugatti e all'assessore Tonina per «concordare una strategia di intervento».
Stando ai numeri forniti, come già accennato, dall'1 gennaio 2024 sono 15 le famiglie, composte in prevalenza da mamme con figli sotto i 18 anni, che si trovano in una delle strutture pagate dal Comune «per evitare che dormano all'addiaccio». Cinque inoltre risultano essere residenti nel capoluogo. Al momento, sono 55 le persone in totale.
I nuclei assistiti con i sostegni del Fondo sono stati dal 2019 a oggi 95 ma ben 66 negli ultimi due anni. Solo nel 2023 le spese di accoglienza presso le strutture alberghiere, l'Ostello della Gioventù in primis, hanno superato i 130mila euro e per i 176 interventi complessivi la spesa è stata di 164.705 euro. «In media sono circa 30 all'anno i nuclei famigliari senza alloggio contati negli ultimi due-tre anni. Un trend ormai in crescita», dichiara Pedrotti.
In questa fascia fanno parte famiglie in attesa di un percorso di accoglienza, persone già inserite e altri ancora invece sotto sfratto. Ma è proprio sul fronte della prima accoglienza che Palazzo Thun tiene il punto. «Sui 1.200 percorsi di accoglienza, la Provincia ne ha tagliati circa la metà. Manca un sistema efficiente, quindi anche la permanenza nelle strutture si allunga senza permettere un ricambio di persone. Per noi però non è più un costo sostenibile, per questa voce di bilancio non ci sono più fondi. La Pat dovrebbe aprire le strutture utilizzate come dormitori invernali ora vuote. Piazza Dante ha scaricato tutto addosso a noi».