Giustizia / Finanze

Parco Adamello Brenta, sesta assoluzione in Corte dei Conti per Masé e la giunta

I magistrati contabili obiettavano una maggior spesa di 187 mila euro per l’evento Unesco, ma non ci fu reato, era colpa delle «mutate richieste»

CARISOLO. Accusati di aver cagionato al Parco Adamello Brenta un danno erariale per 10 mila euro, l'ex presidente del parco Joseph Masè e la giunta esecutiva sono stati assolti dalla Sezione giurisdizionale della Corte dei conti.

La contestazione riguardava l'affidamento all'Apt di Campiglio dell'organizzazione della ottava edizione dell' "International Conference on Unesco Global Goepark 2018", evento di settembre 2018. Il Parco, secondo la procura erariale, si sarebbe rivolto all'Apt «senza alcuna valutazione di economicità» e «al buio», ossia «senza previa programmazione dei costi». Tale comportante avrebbe determinato, secondo l'accusa, «l'ampio discostamento tra il piano finanziario presentato da parte del Parco a supporto della propria candidatura ad ospitare l'evento» e «quanto effettivamente speso per la realizzazione dello stesso». Il disavanzo era stato infatti di 187mila euro.

A Masè era stata imputata una responsabilità pari al 50% come presidente più 5,5% come componente della giunta, per 60mila euro.

Rilevava il Collegio che «l'ammontare complessivo della spesa per l'evento di per sé non indica l'antieconomicità di un investimento», «né può costituire un adeguato indicatore di diseconomicità per l'intero ammontare dei costi il discostamento con il programma finanziario presentato in sede di candidatura, atteso che il budget originario era stato gravemente alterato dalle modifiche delle condizioni organizzative richieste da Unesco».

È arrivata dunque l'assoluzione, la sesta per presidente e giunta davanti alla Corte dei conti.


 

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