Trento / Il caso

Bonifica delle rogge, il cantiere vicino alle case preoccupa i residenti

A destare preoccupazioni e sospetti nella cittadinanza nell'area di via Lavisotto è anche la chiusura di due sezioni della scuola d'infanzia "Piccolo Principe" di Cristo Re. L'inizio dei lavori di risanamento dai residui industriali (di ex Sloi ed ex Carbochimica) sarebbe previsto tra fine giugno e agosto

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di Paolo Fisichella

TRENTO. Il cantiere per la bonifica delle rogge è arrivato all'altezza di via Lavisotto, quindi vicino alle case. E immediato è scattato l'allarme tra la popolazione del rione di Cristo Re. Da una parte le istituzioni che rassicurano, dall'altra la popolazione che ha più di qualche dubbio, ora che il cantiere è arrivato vicino alle case.

L'inizio dei lavori di risanamento dai residui della cosiddetta "fabbrica dei veleni" (ex Sloi ed ex Carbochimica) sarebbe previsto tra fine giugno e agosto, periodo nel quale, come ha ribadito dall'Agenzia provinciale per le opere pubbliche, possono sì generarsi esalazioni odorigene dovute alla presenza di naftalene nel terreno movimentato ma in quantità non pericolose per la salute ma solo fastidiose per l'olfatto.

A destare preoccupazioni e sospetti nella cittadinanza però la chiusura di due sezioni della scuola d'infanzia "Piccolo Principe" di Cristo Re, trasferite proprio nel mese di luglio a Povo. Nonostante la comunicazione del Comune secondo cui il trasferimento dei bambini non avrebbe nulla a che fare né con la bonifica in corso nel Rio Lavisotto, gestita dalla Provincia, né con allarmi di tipo sanitario del tutto inesistenti, la preoccupazione generale sembra piuttosto alta, come confermato dalla presenza di più di una sessantina di persone all'incontro organizzato venerdì sera nel quartiere dal Comitato No Tav di Trento.

«Tutto il canale del Lavisotto - ha ribadito l'avvocato Marco Cianci riprendendo le considerazioni del dottor Paolo Bortolotti, presidente della Commissione ambiente dell'Ordine dei Medici di Trento - è inquinato sia da idrocarburi sia, in diversi punti, da derivati dal piombo, una sostanza neurotossica particolarmente pericolosa per i bambini che, assorbendo di più nei tessuti neuronali, da fine giugno saranno eseguite solo le operazioni di infissione delle palancolesono maggiormente soggetti a problematiche di ritardo cognitivo».

Il Comune per il trasferimento dei bambini - questo sostiene l'avvocato - avrebbe adottato una politica quanto meno "anomala" giustificando lo spostamento dei bimbi per l'installazione di un impianto di condizionamento. Peccato che, a commento della comunicazione comunale pubblicata sui social network siano "fioccati" i commenti delle mamme dei bambini (ad ora non più visibili) che chiedevano chiarezza in quanto a loro sarebbe stato precedentemente indicato, attraverso comunicazioni ad hoc, che il trasferimento era invece proprio dovuto all'evitare i disagi della bonifica. Oltre alle presunte contraddizioni dell'amministrazione a preoccupare sono anche le modalità di svolgimento delle operazioni: «Le palancole installate lungo via Lavisotto smuovono il terreno e una volta tirate su sono grondanti di fango e di tutte le sostanze inquinanti che trovano nei primi 10 metri - ha ribadito il presidente della Ciscroscrizione Claudio Geat - Se è vero che si continua a ribadire che il livello è sottosoglia è altrettanto vero che sono comunque sostanze inquinanti che respirate ogni giorno nell'arco della nostra vita possono comportare problemi gravissimi».

Gli attivisti avanzano dubbi anche sulla tensostruttura che - solo in occasione di determinate lavorazioni - dovrebbe essere sigillata. Loro denunciano che non lo sarebbe sempre (ma sul punto negli ultimi mesi la Provincia ha sempre negato).

Secondo quanto riportato da Cianci, il sospetto sarebbe anche avvalorato dal fatto che in una documentazione avvenuta l'anno scorso, chi filmava sia stato mandato via in malo modo dagli operai «come ci fosse qualcosa che non si doveva vedere».

Di suo la Provincia sostiene che i capannoni installati nel mese di luglio a cavallo della roggia creeranno un ambiente assolutamente confinato e che da fine giugno saranno eseguite solo le operazioni di infissione delle palancole, attività priva di movimentazione di materiale inquinato e con assenza di esalazioni. Oltre a questo l'Agenzia provinciale sostiene di mantenere costantemente monitorata l'acqua e l'aria attorno al cantiere e nell'area degli edifici scolastici sia per il particolato come per gli elementi volatili come il naftalene.

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