Giunta provinciale, i sindacati contestano Fugatti: “Stipendi più alti? Così torna la casta”
Nell'assestamento di bilancio il presidente ha inserito un emendamento che lascia aperta la porta per aumentare le indennità: nulla di già deciso, ma il governatore pensa di iniziare da un più 5% per gli organi collegiali delle Agenzie della Provincia per poi arrivare a un aumento generalizzato degli importi dei compensi anche dei vertici degli enti collegati della Provincia e dello stesso esecutivo
DATI I redditi di consiglieri e giunta
DIRIGENTI Il più ricco in Provincia è De Col
TRENTO. «Ritorna la corsa della "casta" al rialzo dei costi della politica? Si pensi piuttosto al welfare. Noi, comunque, vigileremo». Così il segretario generale della Uil Walter Alotti. Gli fa eco il segretario regionale Flp Giuseppe Vetrone: «La giunta provinciale vuole aumentarsi i compensi: forse questo non è il momento. Un consigliere guadagna 10.443 euro al mese: crediamo che la cifra sia sufficiente e congrua rispetto all'attività svolta, se si considera che si aggiungono anche i rimborsi spese fino ad un massimo di 1.500 euro al mese». Insomma, da parte dei sindacati c'è giù una levata di scudi rispetto alla possibilità di un aumento degli stipendi della politica, e di presidente e assessori in particolari.
Nell'assestamento di bilancio il presidente Maurizio Fugatti ha inserito un emendamento che lascia aperta la porta per aumentare le indennità: nulla di già deciso, ma il presidente pensa di iniziare da un più 5% per gli organi collegiali delle Agenzie della Provincia per poi arrivare - dopo "una ricognizione" - a un aumento generalizzato degli importi dei compensi anche dei vertici degli enti collegati della Provincia e della stessa Giunta provinciale.
Analizza ancora il segretario Uil Walter Alotti: «Come Uil nelle osservazioni alla manovra evidenziavamo la presenza di alcune "ombre": avevamo detto che "l'idea di rimettere mano ai compensi o alle regole di partecipazione e remunerazione dei componenti gli organismi collegiali, magari anche dopo l'effettuazione di un mandato politico, riporta a ragionamenti e battaglie, come quella dei costi della politica, della trasparenza o dei conflitti d'interesse, già combattute dalla Uil. Ora questo emendamento della giunta è la cartina tornasole dell'allarme e delle preoccupazioni che abbiamo lanciato. Il tema della sobrietà e del distacco della classe politica dalla realtà quotidiana di lavoratori e pensionati torna centrale, tanto più in un momento in cui si registra un problema di tenuta delle retribuzioni, adeguamento dei trattamenti di pensione e allargamento della forbice fra ricchi e poveri anche in Trentino».
La FLP (Federazione Lavoratori Pubblici), nella propria nota sottolinea che «pur nel rispetto del lavoro che fa la politica in generale, a nostro avviso non è giustificata una così alta forbice e sproporzione tra un laureato e/o diplomato "politico" ed un altrettanto "funzionario" della Pubblica Amministrazione che mediamente guadagna tra i 1.700/1800 euro al mese, pur occupando posti di rilievo e di responsabilità. Ormai il reclutamento di giovani laureati per sopperire alle gravissime carenze di organico negli Uffici Pubblici, è diventato difficilissimo, proprio a causa degli stipendi inadeguati».