Medici di famiglia, ancora 29 le zone carenti: entro 4 anni in pensione 43 professionisti
A fine maggio erano 5.219 i trentini senza medico. Una parte per scelta, e un'altra parte avendone diritto e un'altra parte che invece ha difficoltà nella scelta
NUMERI L'impressionante mole di lavoro dei medici di famiglia
APSS Sempre più medici e infermieri scelgono di andarsene
TRENTO. Dopo l'appello dell'Apss per coprire 42 zone carenti in Trentino sono arrivate 20 domande, ma sono state conferiti solo 13 incarichi, di cui 1 a un medico per trasferimento interno, 3 a medici presenti nella graduatoria provinciale annuale e 9 a medici non presenti in graduatoria ma con attestato di formazione specifica in medicina generale.
Dunque, in seguito ai conferimenti, sono rimasti vacanti 29 incarichi, di cui 8 sulla città di Trento. Il dato emerge dalla risposta dell'assessore Mario Tonina all'interrogazione presentata dal consigliere Pd Paolo Zanella che aveva sollevato la questione e chiesto chiarimenti alla luce dei dati Agenas e di quelli della fondazione Gimbe che avevano evidenziato una progressiva riduzione dei medici di medicina generale, un aumento della loro anzianità e del numero di assistiti per professionista (il 59,1% ne ha più di 1.500).
E le prospettive future? «Quest'autunno termineranno il corso di formazione specifica in medicina generale, con conseguimento del relativo diploma 24 medici. Nel 2025, i medici diplomati saranno presumibilmente (in relazione al numero degli attuali iscritti al corso) 25, nel 2026 saranno 17 e nel 2027 saranno 18», si legge nella risposta. Nonostante il sensibile aumento di posti previsto negli ultimi anni per ogni triennio di corso (25 per il triennio 2020/2023; 32 per il triennio 2021/2024, 37 per il triennio 2022/2025; 44 per il triennio 2023/2026), le iscrizioni alla formazione sono in calo.
«Questo, presumibilmente, in relazione ad un importante aumento dei posti per l'accesso alle Scuole di Specializzazione universitarie che solitamente sono preferite dai laureati in medicina e chirurgia», fa presente Tonina. In merito a ciò che intende fare Apss e Provincia per fare fronte a questa emergenza, Tonina ricorda il recente accordo provinciale siglato con i medici di medicina generale, per il quale «sono state investite ulteriori risorse al fine di rendere maggiormente attrattivo il servizio presso la nostra provincia.
In particolare l'Accordo ha previsto l'estensione a tutti i medici di medicina generale della possibilità di avvalersi della collaborazione di personale amministrativo e personale infermieristico, con riconoscimento della specifica indennità, il cui importo massimo è stato aggiornato di un elenco delle apparecchiature (ecografo, holter pressorio e cardiaco ecc.) che potranno essere date in comodato d'uso gratuito dall'Azienda alle medicine di gruppo integrate nell'ambito di specifici progetti finalizzati al miglioramento della presa in cura dei pazienti, in particolare cronici, e anche alla riduzione delle liste d'attesa, nonché l'aumento di altre specifiche indennità e compensi e la previsione di un'indennità per i medici che svolgono la loro attività, con ambulatorio principale, in zone disagiate».
Rimane il fatto che a fine maggio erano 5.219 i trentini senza medico. Una parte per scelta, in quanto viene ricordato che c'è sempre una percentuale di cittadini che volontariamente non effettua la scelta del medico pur avendone diritto, e un'altra parte avendone diritto e un'altra parte che invece ha difficoltà nella scelta.