Dieci anni di residenza per avere la casa Itea o gli aiuti? E' illegale, lo dice anche la Corte Europea
Sentenza generata da un caso a Napoli, l’accusa di Paolo Zanella: «Ora la giunta trentina avrà la decenza di cambiare la norma discriminatoria che sa di razzismo istituzionale?»
TRENTO. L’annuncio lo ha dato il consigliere provinciale del PD, Paolo Zanella: dopo aver provato tutti i gradi di giudizio possibili, per guadagnare tempo, la giunta provinciale deve incassare la condanna definitiva: illegale la norma provinciale che fissa a dieci anni di residenza in Trentino il requisito per avere accesso alle case Itea o gli aiuti pubblici.
Scrive Zanella: «E' da quando la Giunta provinciale ha ingaggiato la propria crociata contro le persone straniere, innalzando a 10 anni il criterio di residenza in Italia per poter accedere alla casa ITEA, al contributo integrativo all'affitto, all'assegno di natalità e all'assegno unico provinciale, che come PD ripresentiamo di bilancio in assestamento e di assestamento in bilancio tre emendamenti per abrogare quella disposizione.
Nulla, sempre bocciati. Anche dopo che è stato abolito il reddito di cittadinanza, al quale il criterio di residenza si collega, rendendo di fatto quel criterio inapplicabile. Nulla, il principio resta in legge anche se privo di effetti, perché il razzismo istituzionale non segue le leggi della logica. Resta in legge anche se sugli alloggi ITEA si è stati sconfitti in secondo grado e la Cassazione ha rimandato alla Corte Costituzionale la decisione. Anche se il Tribunale di Rovereto ha condannato la Provincia per discriminazione sull'assegno unico. Si cambiano i regolamenti, ma l'onta resta in legge.
Adesso che la Corte di Giustizia dell'Unione europea si è finalmente espressa sul reddito di cittadinanza (questione sollevata dal Tribunale di Napoli), concludendo che il criterio di 10 anni di residenza, di cui almeno 2 consecutivi, era discriminatorio, la Giunta avrà la decenza di adeguare il nostro ordinamento a quello comunitario? La direttiva europea relativa allo status dei cittadini dei Paesi terzi lungo soggiornanti vale per tutta Europa e il Trentino non può essere zona franca quando si tratta di persone straniere. Perseverare in questa direzione ci metterebbe fuori dall'Europa dei diritti».