L’analisi / I numeri

L'acqua scarseggia, ma la colpa è della rete: questa la situazione in Trentino

Milano le perdite idriche raggiungono il 13,4%, a Pordenone il 12,1%, a Monza l'11%, a Pavia il 9,4%. A Como, la città più virtuosa d'Italia, il 9,2%. A Trento la dispersione è del 22%. Il Sud? Un disastro

TRENTO. Italia assetata a causa della siccità che si fa sentire soprattutto al sud, in particolare in Sicilia. Ma è colpa solo del caldo o qualche responsabilità umana esiste? Guardando i dati messi in fila dalla Cgia di Mestre, l'associazione degli artigiani, si capisce il peso del mancato ammodernamento della rete idrica italiana che fa perdere gran parte dell'acqua immessa in rete.

A Potenza, Chieti e L'Aquila non arriva ai rubinetti il 70 per cento dell'acqua pompata nelle tubature. In media in Italia ogni 100 litri di acqua immessa nella rete per usi civili ne arrivano all' utente poco meno di 58. Gli altri 42 (3,4 miliardi di metri cubi) si perdono lungo la rete idrica che in molte parti del Paese è datata e in cattivo stato di salute. Se nel Comune di Potenza non arriva nei rubinetti delle abitazioni il 71%, a Chieti si tocca il 70,4%, a L'Aquila il 68,9%, a Latina il 67,7% e a Cosenza il 66,5%.

Per contro al nord la situazione è decisamente migliore: a Milano le perdite idriche raggiungono il 13,4%, a Pordenone il 12,1%, a Monza l'11%, a Pavia il 9,4%. A Como, la città più virtuosa d'Italia, il 9,2%. A Trento la dispersione è del 22%.

«La dispersione - spiega la Cgia - è riconducibile a più fattori: alle rotture presenti nelle condotte, all'età avanzata degli impianti, ad aspetti amministrativi dovuti a errori di misurazione dei contatori e agli usi non autorizzati (allacci abusivi). ma non tutto il Sud versa in condizioni "disastrose": a Trapani la dispersione raggiunge il 17,2%, a Brindisi il 15,7% e a Lecce il 12% .

I nostri consumi idrici totali ammontano a 40 miliardi di metri cubi all'anno. Di questi, il 41% è in capo all'agricoltura (16,4 miliardi di mc) il 24% viene impiegato per usi civili (9,6 miliardi di mci), il 20% per l'industria (8 miliardi di mc) e il 15% per produrre l'energia elettrica (6 miliardi di mc).

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