Gruppi regionali, la metà dei fondi non utilizzati: “Ora più soldi per il personale”
Si sono ridotti da 5.760 euro netti all'anno a 2.592 euro i fondi assegnati al gruppo per ciascun consigliere regionale per l'attività. Mentre le risorse per il personale sono state aumentate da 5.400 euro netti all'anno a 8.568 euro per ciascun consigliere del gruppo, governatori e assessori compresi
TRENTO. I gruppi politici del consiglio regionale non riescono a spendere tutti i soldi che ricevono per svolgere la loro attività. Ogni spesa (consulenze, pubblicazioni, telefono, cancelleria, convegni e altri), infatti, deve essere rendicontata ed è a tutti evidente che a livello regionale l'attività è davvero molto limitata, avendo la Regione competenze residuali e visto che il consiglio regionale - se va bene - si riunisce un giorno al mese. Anche volendo, dunque, si fatica a giustificare quel livello di spesa che invece così generosamente è stato previsto dal Regolamento sui fondi ai gruppi.
Per far fronte a questa realtà, senza però rinunciare ai fondi previsti, i capigruppo hanno condiviso la proposta del presidente del Consiglio regionale, Roberto Paccher, di ridurre i fondi per l'attività e aumentare gli stanziamenti per il personale. In sostanza, con la proposta di delibera passata inosservata quando a luglio in consiglio regionale infuriava la polemica sui nuovi posti di capo di gabinetto, si è modificato il Regolamento.
Così si sono ridotti da 5.760 euro netti all'anno a 2.592 euro i fondi assegnati al gruppo per ciascun consigliere regionale per l'attività. Mentre le risorse per il personale sono state aumentate da 5.400 euro netti all'anno a 8.568 euro per ciascun consigliere del gruppo, governatori e assessori compresi. È evidente che i gruppi più piccoli - il minimo è di due consiglieri - avranno dunque ora a disposizione massimo 17.136 euro l'anno per pagare un dipendente e 5.187 euro per l'attività del gruppo, mentre i gruppi più numerosi come la Svp, che conta 13 consiglieri, potranno contare su 111.384 euro l'anno per assumere personale per il gruppo e 33.696 l'anno per l'attività. Il Pd che a livello regionale è il secondo gruppo con 8 consiglieri avrà diritto a 68.544 euro l'anno per il personale e 20.736 per l'attività.
«Nella scorsa legislatura - spiega il presidente del consiglio regionale, Roberto Paccher, - in molti casi oltre la metà dei fondi ai gruppi regionali che sono stati dati per il funzionamento non sono stati utilizzati. La Lega, ad esempio, ha restituito più di 300.000 euro. Così, d'intesa con i capigruppo abbiamo deciso di ridurli per aumentare invece le assegnazioni per il personale, anche perché rispetto al 2013, quando fu approvato il regolamento il costo del personale è molto aumentato».
Il capogruppo regionale del Pd, Alessandro de Bertolini, sottolinea: «La variazione è stata fatta a spesa complessiva invariata. Noi abbiamo un solo collaboratore per il consiglio regionale e quei soldi sono più importanti per il personale che per le spese del gruppo. Sui dipendenti il problema vero è che hanno un contratto a termine di cinque anni che si azzera ad ogni fine di legislatura e in quella successiva quando li riassumiamo non hanno diritto neanche all'anzianità. È una precarietà micidiale».
Per l'attività relativa al consiglio regionale, inoltre, un gruppo non può utilizzare il personale del gruppo provinciale, che è pagato dal bilancio del consiglio provinciale. Anche se i consiglieri sono gli stessi con il doppio ruolo, i dipendenti devono lavorare a compartimenti stagni. E questo nonostante gli assunti dai gruppi regionali rischino di avere il problema di come riempire le giornate.
Claudio Cia, capogruppo di un gruppo da due con l'altoatesino Gennaccaro, è favorevole alla novità del Regolamento anche se dice che non la utilizzerà: «Con le cifre per il personale di prima molti gruppi non riuscivano nemmeno ad attivare la segreteria. Io comunque a livello regionale non ho dipendenti né ho intenzione di assumerli. Restituirò i soldi».