Un trentino fra i neofascisti indagati e ai domiciliari per le aggressioni contro tifosi marocchini a Verona
Sono 32 i militanti di gruppi di estrema destra (alcuni di Casapound, tre minorenni, sei agli arresti) oggetto dell'inchiesta della magistratura per gli assalti contro chi stava festeggiando in piazza il successo della nazionale nordafricana sulla Spagna ai Mondiali di calcio 2022. Contestati anche altri episodi, l'ultimo risale a luglio 2023, un attacco a colpi di spranghe e sassi alla Festa di Rifondazione comunista
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VERONA. Sono in tutto 32 gli indagati, tra i quali un giovane trentino e tre minorenni, nell'inchiesta della Procura delle Repubblica di Verona sulle violenze compiute da giovani dell'area di estrema destra (alcuni dei quali militanti di Casapound) che il 12 luglio scorso aveva portato all'arresto di sette persone, tra i 19 e i 27 anni, fra le quali un trentino. Attualmente sono sei gli indagati ancora ai domiciliari.
L'indagine, come riporta il quotidiano L'Arena, è stata chiusa dal pubblico ministero Silvia Facciotti che contesta a carico di tutti gli indagati i reati, in concorso, di violenza privata, lesioni e danneggiamento, aggravati dal numero di persone.
Secondo quanto riporta il quotidiano veneto, restano agli arresti domiciliari sei degli indagati, cioè quasi tutti quelli arrestati il 12 luglio, compreso il trentino, che ha 26 anni.
A 12 giovani viene imputata anche l'aggravante della discriminazione razziale.
Nello specifico i reati contestati dalla Procura si riferiscono agli assalti compiuti durante i festeggiamenti per la vittoria del Marocco sulla Spagna ai campionati mondiali di calcio nel dicembre 2022, quando si verificarono aggressioni a colpi di bastoni e cinture, danneggiando anche le auto in transito.
Nel mirino degli indagati anche le baby gang, con l'invito via Telegram a presidiare varie zone dalla città, per poi aggredire invece un gruppo di ragazzini incontrati nella centralissima via Mazzini.
L'ultimo episodio contestato risale a luglio dello scorso anno, un assalto a colpi di spranghe e sassi all'organizzatore e all'addetto alla sicurezza della Festa in Rosso di Rifondazione comunista, nel quartiere di Quinzano.