Società / Allarme

Trentino, appartamenti in affitto introvabili e prezzi proibitivi: la denuncia di "Una casa per tutti"

Il portavoce, Tommaso Baldo riferisce di una ricerca svolta in un noto portale online: «Su 214 annunci, 49 dicono "prezzo su richiesta" e dunque sicuramente costosissimo, 21 sono sopra i duemila euro, 19 sono affitti turistici, 31 a studenti nel capoluogo, 11 sono addirittura truffe»

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di Nicola Maschio

TRENTO. Il nuovo rincaro dei costi per le stanze in affitto a studenti universitari è "solo", si fa per dire, uno dei tanti elementi di complessità che riguardano un fenomeno ben più ampio: quello della crisi abitativa. Sì perché se è vero che la maggior parte delle stanze in affitto proposte sui principali portali immobiliari ha come destinatari primari proprio ragazze e ragazzi, che nonostante i prezzi proibitivi stanno ugualmente cercando di adattarsi grazie anche (e soprattutto) al sostegno delle loro famiglie, dall'altra una fetta importante di popolazione ha comunque necessità di trovare alloggi o appartamenti per altre motivazioni, chiaramente diverse dallo studio. E anche questo è un fronte di estrema difficoltà, se non di allarme, soprattutto per le famiglie.

A sottolinearlo è lo Sportello Casa per Tutti e, precisamente, il suo portavoce Tommaso Baldo che, prendendo come riferimento un noto portale online per la ricerca di appartamenti e immobili in generale, snocciola alcuni numeri: «Su 214 annunci in tutto il Trentino, 49 dicono "prezzo su richiesta" e dunque sicuramente costosissimo, 21 sono sopra i duemila euro, 19 sono affitti turistici, 31 affitti a studenti concentrati tutti nel capoluogo, mentre 11 sono addirittura truffe di "affitto privato".

Si tratta di intermediari che prendono soldi dai clienti promettendo di trovare appartamenti, ma questo non avviene mai. Dal restante, bisognerebbe togliere tutti quelli che affittano solo a docenti o da ottobre a giugno, che vanno comunque considerate come locazioni per la popolazione lavoratrice. Sono appena 83 annunci in provincia, di cui una parte in realtà è in località turistiche e quindi utile davvero solo come seconda casa.

L'affitto per famiglie non esiste più, ormai la crisi abitativa è diventata una vera e propria palla al piede in tutto il Trentino».

La situazione, ha aggiunto Baldo, coinvolge in questo momento centinaia di nuclei famigliari e, nel prossimo futuro, il numero potrebbe aumentare in virtù di sfratti e conclusioni di contratti di locazione. Insomma serve un ragionamento concreto per intervenire sull'urgenza ed aiutare direttamente le persone sotto sfratto, iniziando «a ragionare in termini di emergenza, alla luce dell'abbandono e del disinteresse da parte non solo delle istituzioni, ma anche dell'Ordine degli assistenti sociali, che abbiamo sollecitato più volte», ha concluso il portavoce dello Sportello.

Che poi prosegue, interrogandosi: «Cosa succede oggi ad una famiglia che resta senza appartamento? Dove può trovarne un altro? A chi può rivolgersi? Bisognerebbe chiedere alle singole istituzioni, dal capoluogo alle comunità di valle, come si comporterebbero in questo caso. Anche perché lo sfratto comporta, nel caso delle famiglie, la necessità di spostarsi e l'interruzione delle relazioni con le persone vicine, senza considerare che, per i nuclei stranieri, c'è il rischio di dover rientrare nel Paese d'origine».

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