La relazione dell’Agenzia europea per l’ambiente: “Dalla pianura Padana a noi inquinamento e pm 2,5”
A causare l'inquinamento da pm 2,5 sono i fumi delle attività industriali, il riscaldamento degli edifici, ma anche il traffico degli autoveicoli. Si è ripetutamente indicata come causa di questo inquinamento nel territorio trentino l'uso diffuso di stufe e camini a legna che causano una significativa dispersione di pm 2,5, anche se con i filtri a disposizione si può ridurre in maniera importante queste emissioni
TRENTO. Trento mostra una qualità dell'aria decisamente modesta in relazione alla presenza di inquinanti e nello specifico del particolato fine "pm 2,5". È quanto emerge dalla relazione 2024 dell'Agenzia europea per l'ambiente, che ha realizzato una classifica delle città più inquinate d'Europa. La situazione di Trento non è lusinghiera e si posiziona al 298esimo posto tra le città con l'aria più pulita su 372 città censite.
In termini assoluti il particolato fine presente nell'aria di Trento è di 14,9 microgrammi per metro cubo: per paragone, la città con l'aria più pulita risulta la svedese Uppsala con appena 3,5 ?g/m3. In generale Trento sembra risentire della stessa scarsa qualità dell'aria che caratterizza il Nord Italia e la Pianura padana, senza dubbio l'area più inquinata d'Europa.
Tra le ultime quaranta città in classifica, il centro-nord della Penisola compare ben venti volte: ad avere la peggio è la città di Cremona, la terza città più inquinata in Europa con 23,3 ?g/m3 di pm 2,5. Anche limitando lo sguardo alle città italiane, Trento non eccelle: è 34esima in classifica su 61 città considerate ed il suo tasso di inquinamento è definito "moderato", solo leggermente migliore del livello indicato come "scadente" che caratterizza le città della Pianura padana. Il fatto che Trento, come è noto, si trovi in una "conca" nel fondovalle con scarsa ventilazione favorisce il ristagno degli inquinanti.
La Fondazione Openpolis, che supervisiona in modo indipendente la presenza degli inquinanti nell'atmosfera, descrive sul suo sito le caratteristiche delle particelle pm 2,5: «Sono particelle di diametro inferiore ai 2,5 millesimi di millimetri che per la loro dimensione sono capaci di penetrare in profondità nel sistema respiratorio, - si legge - Secondo le analisi dell'Oms, una esposizione prolungata ha comprovati legami con l'emergere di tumori e di altre patologie come l'obesità, il diabete, ma anche il morbo di Alzheimer e la demenza. Può inoltre causare arteriosclerosi e, secondo ricerche recenti, potrebbe incidere sullo sviluppo neurologico nei bambini e sulle funzioni cognitive negli adulti. Oltre a esacerbare problemi di salute preesistenti. Bambini, anziani e persone con condizioni di salute fragili o malattie pregresse sono particolarmente esposte ai rischi del particolato fine. Ma in generale anche le persone che si trovano in condizioni di disagio socio-economico, che spesso vivono nelle aree più periferiche delle grandi città».
A causare l'inquinamento da pm 2,5 sono infatti i fumi delle attività industriali, il riscaldamento degli edifici, ma anche il traffico degli autoveicoli. Si è ripetutamente indicata come causa di questo inquinamento nel territorio trentino l'uso diffuso di stufe e camini a legna che causano una significativa dispersione di pm 2,5, anche se con i filtri a disposizione si può ridurre in maniera importante queste emissioni.
Anche i gas di scarico delle tantissime automobili che ogni giorno percorrono le strade di Trento portano in atmosfera le polveri sottili: persino l'usura del manto stradale e dei freni sono una sorgente importante di questo inquinamento.