Caso orsi e magliette contro il Trentino, la Provincia chiede lo stop e Amazon risponde ok
Gli avvocati di piazza Dante hanno scritto al colosso dell’e-commerce un mese fa per le t-shirt offensive che inneggiano al boicottaggio. Anche se il sito non è responsabile, alcuni prodotti diffamatori sono stati ritirati, ma al momento ce ne rimangono diosponibili altri
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TRENTO. Ormai da anni, purtroppo, frasi come "boicotta il Trentino" o "trentini assassini" sono all'ordine del giorno. La questione orso, d'altra parte, ha acceso gli animi e spostato spesso il dibattito su canali non propriamente all'insegna della civiltà, dell'educazione e del rispetto. E da ambo le fazioni le provocazioni non sono mancate.
Oltre alle "battaglie" sui social si è creato nel tempo un vero e proprio merchandising sull'orso, con tanto di magliette, tazze, cappellini e peluches. Se una parte di questi sono assolutamente legittimi - con frasi tipo "Io sto con l'orso", "Difendiamo l'orso" -, un'altra parte di materiale ha decisamente superato il confine del rispetto.
E allora la Provincia, con una lettera dell'avvocatura, ha chiamato in causa Amazon, la piattaforma dove parte di questo merchandising veniva e viene venduto. L'obiettivo era chiaro, ovvero far rimuovere dal commercio le magliette e le felpe con contenuti diffamatori. Prima di Ferragosto la lettera è partita e nei giorni scorsi Amazon ha risposto. E già questa è una notizia, visto che entrare in contatto diretto con il colosso mondiale dell'e-commerce non è certo una operazione semplice e immediata.
L'altra notizia è rappresentata dalla risposta di Amazon, che ha accolto le istanze della Provincia. Nella comunicazione viene specificato che i prodotti contestati sono messi in vendita sul sito da terzi e che questi stessi produttori (in questo caso delle magliette diffamatorie) nel contratto dichiarano che quanto messo in vendita non contiene materiale pregiudizievole dei diritti di terzi. Insomma, come dire "noi vendiamo - o meglio diamo un posto dove vendere - ma non siamo responsabili di quello che terzi, nella formula "merch on demand", mettono sul portale".
Fatta la premessa, Amazon ha scritto che, onde evitare un prosieguo della vertenza, i prodotti contestati sono stati rimossi. Un modo, quindi, per dimostrare nei fatti l'estraneità alla questione, e una implicita ammissione del fatto che quelle magliette avessero un contenuto offensivo e diffamatorio.
Se parte del materiale contestato è già stato eliminato, ne rimane online comunque altro: con una rapida ricerca sul sito, infatti, si possono trovare ancora molte magliette con la scritta "Io boicotto il Trentino" (che non sarà certo un complimento, ma forse non è nemmeno un insulto) ma anche con l'hashtag "#regioneammazzaorsi" (che, oltre all'errore "geopolitico" - visto che il Trentino è una provincia e non una regione -, rappresenta un'accusa decisamente più grave).
Non si sa se la presenza di queste magliette sia solo una questione legata ai tempi tecnici, o se qualche venditore, una volta rimossi alcuni prodotti, ne ha prontamente caricati altri, ma comunque la Provincia ha raggiunto l'obiettivo di sensibilizzare Amazon sui danni d'immagine ed economici che certi prodotti possono causare.