Vittime sul lavoro, il Trentino scivola tra le aree italiane più a rischio
La tragedia in val di Fiemme in cui è morto il giovane boscaiolo rumeno Vasile Florin Simon è l'ultima di una lista che segna nel 2024 una preoccupante tendenza al peggioramento, con un'incidenza superiore a +25% rispetto alla media nazionale
VAL DI FIEMME Morto a 25 anni nei boschi della val di Sadole
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TRENTO. Vasile Florin Simon, il giovane boscaiolo travolto e ucciso da un tronco ieri in val di Fiemme, è la decima vittima sul lavoro in un anno. Una morte che porta un nome e un cognome e che non può rimanere soltanto l'ennesimo numero da trattare come mera cifra. Perché quest'anno, va detto, il conto sembra essere spaventoso tanto da assegnare al Trentino-Alto Adige il titolo tra le peggiori Regioni in Italia.
Un drammatico risultato, ben distante da ciò che dovrebbe essere un traguardo. La nostra provincia è finita infatti in fondo alla lista in quanto a sicurezza sui luoghi di lavoro, inserendosi tra i territori a rischio più elevato.
A finire in zona rossa a fine luglio 2024 con un'incidenza superiore a +25% rispetto alla media nazionale (Im=Indice incidenza medio, pari a 18,7 morti sul lavoro ogni milione di lavoratori) sono stati: Valle d'Aosta, Trentino-Alto Adige, Molise, Umbria, Sicilia ed Emilia-Romagna.Tra i settori più «pericolosi» in testa anche in questo triste 2024 rimane quello delle costruzioni.
Nell'elenco non manca però anche l'industria manifatturiera, in particolare la filiera del legno. Diversi infatti sono stati gli incidenti avvenuti nei boschi trentini che hanno portato non solo a ferite gravi, ma nei casi peggiori appunto al decesso dei lavoratori coinvolti.
Tanti giovani. Tra questi ricordiamo i nomi di Gavrila Grad, il ventisettenne di origini romene, morto il 16 gennaio 2024 sopra l'abitato di Don in Val di Non, travolto da un tronco mentre stava lavorando per la ditta Nord Pallets. Un caso che - tra l'altro - aveva portato a nuovi sviluppi dell'inchiesta con tre indagati per omicidio colposo.
Stessa sorte per Federico Facchini, morto alla vigilia del suo ventesimo compleanno dopo essersi schiantato con il furgone della ditta per cui lavorava contro un camion all'altezza di Saone nel tratto della statale 237 all'altezza della cava Onorati. Lui era diretto verso la valle del Chiese da Vattaro, dove in mattinata aveva lavorato all'interno di un cantiere. Con lui era presente un sedicenne, studente dell'Enaip di Tione impegnato in uno stage nella stessa azienda, sopravvissuto allo schianto.
Il 24 aprile scorso era rimasto vittima di un gravissimo infortunio anche John Sebastian Floriani, il ventiseienne morto a seguito di un incidente dovuto a un intervento di disgaggio sul Calisio.Il giovane era precipitato per sessanta metri sulle rocce: da quel momento non ha più ripreso conoscenza. Il suo cuore aveva smesso di battere all'ospedale Santa Chiara, dieci giorni dopo l'infortunio.
Nella drammatica lista anche Bogdan Rodzinca, 59 anni nato in Polonia e residente a Ledro, è morto invece il 13 marzo scorso in una falegnameria di Tiarno di Sopra, travolto da un muletto. F. C.