Bocciata per due materie, il Tar dice no: la ragazza non perderà l’anno
A raddoppiare le insufficienze decretando la non ammissione alla classe successiva è stata la scuola, un liceo trentino, che nel regolamento generale di istituto sulla valutazione degli studenti ha previsto una "aggravante" per chi reitera i debiti nelle stesse materie
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TRENTO. Bocciata per il voto 5 in due materie. Anzi, in quattro discipline, non avendo recuperato le due insufficienze dell'anno scolastico precedente. A raddoppiare le insufficienze decretando la non ammissione alla classe successiva è stata la scuola, un liceo trentino, che nel regolamento generale di istituto sulla valutazione degli studenti ha previsto una "aggravante" per chi reitera i debiti nelle stesse materie.
Ma la studentessa, rappresentata dai genitori in quanto minorenne (ha 16 anni), non si è arresa a quella che per lei era un'ingiustizia a fronte dei voti buoni ed ottimi nel resto delle materie: ha presentato ricorso al Tar e ottenuto ragione.
Grazie ad un decreto presidenziale del tribunale amministrativo ha iniziato la classe terza senza perdere neppure un giorno di lezioni e, con sentenza pubblicata ieri, 24 settembre, si è vista accogliere il ricorso ed annullare i provvedimenti della sua ex scuola.
La studentessa, infatti, ha deciso di iscriversi ad un altro liceo, mantenendo però lo stesso indirizzo di studi. Il ricorso della ragazza è stato presentato al Tribunale amministrativo regionale attraverso gli avvocati Maria Cristina Osele e Marco Zanella contro la Provincia di Trento, con richiesta di annullare la decisione del Consiglio di classe di non ammissione alla classe terza.
La studentessa era stata ammessa già al secondo anno con carenze in due materie e, permanendo la media del 5 nelle stesse discipline, la scuola aveva deciso di non promuoverla alla terza. Il dirigente scolastico, in una nota inviata alla famiglia, ha spiegato che «la reiterazione di una carenze formativa con una insufficienza nelle medesima disciplina rappresenta circostanza aggravante»: di qui la decisione di non ammettere la studentessa alla classe successiva.
Il Tar ha però ricordato che la legge e il regolamento provinciale indicano che «la soglia di insufficienze ammissibili per essere promossi alla classe successiva deve essere contenuta entro il limite massimo di tre discipline (comprensive anche di eventuali debiti pregressi non assolti)».
Se tre insufficienze sono la soglia per essere promossi, quattro costituiscono il presupposto per la cosiddetta bocciatura. Ma i giudici amministrativi evidenziano che nel caso in esame «le discipline insufficienti sono pure sempre solo due, il che esclude che la disposizione citata possa trovare applicazione». Il ricorso è stato accolto. La ragazza può dunque proseguire il percorso di studi senza perdere l'anno .