L’Unione europea riduce lo status di protezione del lupo. Failoni: "Ora si vada fino in fondo"
La protezione del lupo non è stata azzerata. E' stata declassata da "rigorosa" a "semplice", modificando l'allegato III della Convenzione di Berna aumentando la flessibilità nell'abbattimento o nella cattura dell'animale per le comunità che ne hanno necessità
I DATI Grandi carnivori, nel 2023 in Trentino 98 orsi e 200 lupi
FASSA Il lupo passeggia tra sciatori e mamme con il passeggino
BRUXELLES. Tempi bui per i lupi in Europa. I Ventisette Paesi membri dell'Ue hanno dato via libera alla riduzione della sua protezione aprendo, di fatto, la strada ad un maggiore possibilità di abbattere il mammifero che ha già rischiato l'estinzione in diverse aree dell'emisfero boreale. Eppure, per i 27, il lupo può rappresentare un serio pericolo. Alla riunione dei Rappresentanti Permanenti (Coreper I) solo due Paesi hanno difeso la protezione dell'animale, Spagna e Irlanda. Cipro, Slovenia, Malta e Belgio hanno optato per l'astensione. Il voto finale potrebbe arrivare a strettissimo giro, al Consiglio Competitività di giovedì a Bruxelles.
La protezione del lupo non è stata azzerata. E' stata declassata da "rigorosa" a "semplice", modificando l'allegato III della Convenzione di Berna aumentando la flessibilità nell'abbattimento o nella cattura dell'animale per le comunità che ne hanno necessità. Decisivo per il raggiungimento della necessaria maggioranza qualificata è stato il sì di Berlino, che ha ottenuto una clausola, cara anche alla Svezia: la riduzione dello status di protezione è specifica per il Canis lupus e non può avere impatto su altre specie animali.
La stretta decisa dai 27 è stata accolta con entusiasmo dal Ppe e da tutte le destre europee. "Un lupo meno protetto è un segnale agli agricoltori e alle comunità montane", ha sottolineato Fdi. "Ora seguiamo i programmi di contenimento della loro presenza", ha spiegato Julia Unterberger, del gruppo Autonomie. "Il lupo da tempo non è più in via di estinzione", hanno aggiunto i Popolari facendo riferimento ai dati che riguardano i circa 19mila lupi presenti in Europa.
Ha detto la sua anche l'assessore Roberto Failoni: "Registriamo con interesse e favore la richiesta di inserimento del lupo nell'allegato III della Convenzione di Berna da parte degli Stati membri Ue avanzata nella riunione odierna del Coreper, il principale organo preparatorio del Consiglio dell'Unione Europea e dei suoi Stati membri.
Con questa modifica auspichiamo che si declassi finalmente lo status di protezione del lupo portando quest'ultima da 'rigorosa' a 'semplice', consentendo quindi una forma di gestione della specie che sarebbe in linea con il costante impegno di sensibilizzazione delle istituzioni e organismi che la Provincia porta avanti dal ritorno del lupo nel proprio territorio, che risulta ormai densamente ricolonizzato.
Chiaramente attendiamo che questa decisione si tramuti in determinazione concreta da parte della Commissione europea, così da tutelare pienamente i residenti delle aree, come in Trentino, dove la presenza del lupo causa numerosi danni e attacchi al bestiame".
Tra i Paesi in cui l'animale è più comune c'è l'Italia. Ma è in Germania che ha origine la battaglia dell'Ue al lupo. Precisamente nella Bassa Sassonia dove, nel settembre del 2022 un pony chiamato Dolly veniva trovato morto, ucciso da un lupo. Il problema è che, quel pony apparteneva alla fattoria di Ursula von der Leyen. Il lupo GW950, che aveva già colpito altri animali della proprietà della presidente della Commissione Ue, divenne un ricercato speciale. E Ursula non ha mai dimenticato l'accaduto.
Alcuni mesi dopo ha inviato una lettera al Ppe in cui spiegava la necessità di intervenire sullo status dell'animale. Nel dicembre del 2023 la Commissione Ue ha messo sul tavolo la proposta di modifica.
Le associazioni ambientaliste, ovviamente, hanno protestato contro il sì dei 27. Ma hanno una sola speranza, che la decisione sia capovolta dal comitato per la Convenzione di Berna, parte del Consiglio d'Europa, l'organizzazione che ha redatto il testo per la conversazione della vita selvatica e dell'ambiente naturale. A Strasburgo se ne potrebbe parlare a inizio dicembre. Nel Comitato, oltre che i rappresentanti degli Stati, siedono quelli delle Ong. Lo scontro è assicurato.