Previdenza / Bilancio

Inps, meno lavoratori, più pensionati, che fare? «Aumentare gli stipendi, altrimenti ci ritroveremo tutti poveri»

Il rendiconto sociale del 2023 nei dati dell’Istituto di previdenza per la nostra regione:  il calo demografico, anche fra gli stranieri, è un trend preoccupante

di Fabrizio Franchi

TRENTO. Un bilancio in chiaroscuro per l'Inps regionale che ha presentato il suo rendiconto sociale per il 2023. Se la situazione italiana allarma per le previsioni fosche che vedono un afflusso di nuovi pensionati nei prossimi venticinque anni non supportati dall'entrata di nuovi lavoratori giovani a causa del calo demografico, in Trentino Alto Adige la situazione è meno allarmante.

L'"inverno demografico" è meno freddo, soprattutto in Alto Adige dove siamo a un tasso di fertilità quasi in pareggio, tuttavia la situazione generale vede contribuzioni più basse in Trentino rispetto a Bolzano - anche fino a 3 mila euro all'anno in meno - e quindi versamenti inferiori nelle casse dell'istituto, anche a causa della discontinuità dei lavoratori stagionali. C'è poi il problema del "gender gap", con le donne che hanno le retribuzioni inferiori e purtroppo anche le rendite pensionistiche.

Divario di genere anche nelle nuove assunzioni a tempo indeterminato: 9,8% sul totale contro il 15,8% degli uomini. Se si guarda alle prestazioni pensionistiche per anzianità di servizio gli importi medi sono di 1.614 euro per le donne contro i 2.238 di una prestazione maschile.

Ieri alla presentazione del rendiconto a Trento c'era anche il presidente della Regione e della Provincia di Bolzano, Arno Kompatscher che ha anticipato che sta lavorando con i vertici dell'Inps per trovare le risorse provinciali per integrare le pensioni minime. Non sarà semplice perché potrebbe intervenire qualche contestazione che intravvede in questo una discriminazione rispetto ad altri territori.

Però l'idea è piaciuta alla Uil, che per bocca del suo segretario provinciale trentino, Walter Alotti, la rilancia: «È un'idea interessante che potrebbe essere colta anche in Trentino dove a nostro giudizio si è pensato più alle aziende e imprese che alle famiglie ed ai pensionati». Vedremo se l'appello sarà raccolto, viste anche le dichiarazioni dell'assessore regionale Carlo Daldoss per cui «emerge la necessità di politiche previdenziali più inclusive per il futuro».

Il presidente regionale dell'Inps, Giovanni Arpaia ha sottolineato i dati positivi: nel 2023 le assunzioni a tempo indeterminato sono state 32.381, ovvero il 2,3% in più rispetto al 2022. Le assunzioni a tempo determinato sono state 69.705. I contratti stagionali sono stati oltre 113 mila, in aumento del 2,13 per cento sull'anno precedente. Incrementi dei contratti precari e stagionali che però hanno spinto le prestazioni per disoccupazione.

Vittorio Feliciani, direttore della sede Inps, ha messo in evidenza altri dati che ci raccontano l'evoluzione di un territorio: ad esempio il ruolo delle badanti che percentualmente sono inferiori a quelle di altri territori italiani. È perché le case di riposo funzionano o perché c'è un sommerso?

Ha chiuso la presentazione Robertino Ghiselli, presidente del Consiglio indirizzo e vigilanza dell'Inps, l'organismo che predispone gli obiettivi strategici dell'istituto. Da una parte ha sottolineato come il Trentino Alto Adige abbia indici migliori del resto d'Italia e ha smentito alcuni luoghi comuni. Per esempio che gli immigrati (sono in calo in regione) ci potrebbero aiutare con l'inverno demografico: «Anche loro stanno facendo meno figli».

Poi, che va bene fare più figli, è una buona cosa: «Ma il problema è aumentare il numero dei lavoratori, non solo quello dei figli per cui servirebbero comunque asili nido e la possibilità di conciliare famiglia e lavoro».

E aumentare gli stipendi perché altrimenti ci troveremo nel 2050 con un drammatico problema legato alla povertà dei pensionati. E il punto nodale è l'importanza dell'Inps che non deve saltare: «Perché noi garantiamo la coesione sociale di questo Paese», ha detto.

A margine vanno segnalate alcune operazioni immobiliari della sede regionale, sia a Bolzano, a partire da piazza Libertà, sia a Pergine con la prevista ristrutturazione della "Casa del maestro" a San Cristoforo per cui è previsto un impegno di 5 milioni di euro e infine a Fai della Paganella dove si tratta per cedere la "Casa vacanza".

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