Non si aggiorna l'indicizzazione dell’Icef, e gli affitti Itea continuano ad aumentare anche nel 2024
L’analisi del sindacato Sunia-Cgil: «In un anno l’istituto ha incassato 18,5 milioni di euro di affitti, il 10 per cento in più. Ma i salari reali sono fermi»
TRENTO. "Senza alcuna indicizzazione dell'Icef all'inflazione le rette degli affitti per gli alloggi Itea stanno ingiustamente crescendo anche nel 2024. Di fatto, dunque, con il rifiuto di apportare dei correttivi la Giunta da un anno e mezzo impoverisce le famiglie già in condizione di fragilità". Lo sostiene in una nota la Sunia Cgil del Trentino.
Come emerge dal bilancio sociale di Itea, lo scorso anno le famiglie con un alloggio a canone sociale, pur essendo diminuite (da 9.228 nuclei del 2022 a 9.129 nuclei nel 2023), hanno pagato affitti per 18,5 milioni di euro, contro i 16,6 milioni del 2022, quasi 2 milioni di euro in più in un anno (+10,9%). E tutto ciò - sottolinea il sindacato - è accaduto perché in un anno è più che raddoppiato il numero di inquilini che paga i canoni più alti, ossia quelli nella fascia Icef tra 0,23 e 0,34 (+127%).
La Cgil paragona la situazione ad un'illusione ottica: rinnovi contrattuali e maggiori occasioni di occupazione hanno accresciuto i redditi nominali delle famiglie, facendole "apparire" più ricche. La realtà però, sottolinea ancora il sindacato, è diversa, dal momento che i loro redditi reali non sono saliti tanto da pareggiare o superare l'aumento dei prezzi al consumo che, dunque, ne ha eroso la capacità di spesa.
"Ci auguriamo che Itea fornisca nel più breve tempo possibile i dati aggiornati sugli affitti così da permettere di affrontare la questione in modo trasparente. In caso contrario non avremo altro che la conferma che la Giunta scientemente sceglie di fare cassa sulle famiglie in maggiore difficoltà", conclude il sindacato di via Muredei.