Previdenza / Il nodo

Degasperi: «Da Laborfonds rendite misere, va spiegato ai lavoratori. Ma i politici pensano a salvare i vitalizi»

L'esponente di Onda torna all'attacco: «Si è svelata la fregatura della previdenza complementare. Si vuole bocciare il ricorso ai fondi integrativi per i consiglieri, ma poi la Regione li promuove per gli altri»

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di Luisa Maria Patruno

TRENTO. «I consiglieri regionali si sono resi conto che la pensione complementare è una fregatura e ora vogliono tornare ai vitalizi, però la stessa Regione continua a dire ai lavoratori che è conveniente iscriversi a Laborfonds anche se i rendimenti sono ridicoli».

Filippo Degasperi, consigliere provinciale di Onda, ha criticato fin dall'inizio il disegno di legge di riforma presentato dal presidente del consiglio regionale, Roberto Paccher, per ripristinare una rendita vitalizia per i consiglieri regionali gestita direttamente dalla Regione, come avveniva con i vituperati vitalizi, Degasperi è convinto, infatti, che sia sbagliato e rischioso che la Regione torni ad essere ente erogatore di pensioni.

E ora che la discussione sul disegno di legge si è aperta in commissione è durissimo nel mettere in evidenza le contraddizioni di una politica che pensa a salvare i suoi privilegi previdenziali, marcando sempre più la differenza con tutti gli altri lavoratori, che invece continuano ad essere incoraggiati a ricorrere alla previdenza integrativa, anche dopo aver toccato direttamente con mano che è un investimento che rende molto poco. Con questo disegno di legge secondo Degasperi: «Si è finalmente svelata la fregatura della "previdenza complementare", rendimenti ridicoli (1,79% su 20 anni per la linea bilanciata), rendite misere tassate e non indicizzate. Praticamente guadagna solo Laborfonds. Dovrebbero saperlo anche i lavoratori che confidano sulla pensione privata».

Il consigliere osserva: «Alcuni consiglieri che hanno maturato l'età della pensione si sono accorti che prendono una pensione complementare di 300 euro al mese nonostante la Regione abbia versato contributi per centinaia di migliaia di euro. La previdenza complementare è un raggiro, non dà nulla, basti dire che su 120.000 euro versare nei cinque anni di legislatura a un consigliere tornano indietro 7.000 euro lordi l'anno che si traducono in circa 350 euro netti al mese».

E questo perché i soldi versati nei fondi per la pensione complementare vengono tassati come reddito due volte. Prima quando vengono versati nel fondo i contributi dalla Regione (da un minimo del 12%a un massimo del 24,2% dell'indennità lorda di 10.445,93 euro, quindi massimo 2.527,92 euro al mese e dal consigliere l'8,8%, quindi 919,24 euro al mese). La tassazione è quella massima del 43% per la parte che supera i 5.164,57 euro annui deducibili. Poi viene tassata anche la rendita che si incassa.

«Ma questo - sottolinea Degasperi - vale anche per i lavoratori. Per questo si dovrebbe dire anche a loro che la previdenza complementare è un raggiro, invece la Regione promuove il fondo complementare. Io sono iscritto a Laborfonds da vent'anni, perché come insegnante, in aspettativa politica, e sono obbligato, ma i rendimenti del fondo, ripeto, sono imbarazzanti. Ho verificato che la rivalutazione del Tfr che rimane in azienda negli ultimi vent'anni è stata quasi tutti gli anni maggiore del rendimento del fondo. Ma nessuno dice niente, neanche i sindacati, eppure stiamo parlando dei soldi dei lavoratori».

Tornando ai vitalizi per Degasperi l'unica soluzione seria sarebbe: «Che la Regione potesse versare i contributi nell'ente di previdenza del consigliere. Se serve una legge nazionale per questo la si faccia, ma non si trasformi la Regione in un ente di previdenza».

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