Con le «strisce fiorite» tra i frutteti si aiutano la biodiversità e gli insetti alleati
Gli esperti della Fondazione Edmund Mach hanno condotto prove di campo in un meleto biologico dell'alta Val di Non: ecco come favorire la presenza e la permanenza di insetti utili, importanti sia per l'attività di impollinazione sia perché combattono le popolazioni di organismi dannosi per le piante
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TRENTO. I frutteti sono un ambiente interessante per sviluppare biodiversità. Grazie alla semina di «strisce fiorite» tra i filari è possibile, infatti, favorire la presenza e la permanenza di insetti «utili», importanti sia per l'attività di impollinazione che per la loro capacità di contenere le popolazioni di organismi dannosi per il melo.
Questi insetti utili trovano, nelle essenze seminate, una fonte alternativa di riparo e cibo (polline, nettare, prede alternative).
In questo ambito, i tecnici della Fondazione Edmund Mach hanno condotto quest'anno delle prove di campo in un meleto biologico dell'alta Val di Non per valutare l'applicabilità della tecnica delle «strisce fiorite» anche nelle aziende agricole.
Su una parte del meleto sono state seminate le essenze fiorite mentre, nell'altra porzione del frutteto, l'interfilare è stato lasciato con inerbimento spontaneo. La striscia fiorita è stata seminata in autunno, previa lavorazione del suolo e rimozione delle piante erbacee presenti, poiché avrebbero potuto competere con le essenze seminate.
La semente utilizzata era composta da un miscuglio di specie a fioritura scalare così da garantire un periodo prolungato di presenza di fiori, idealmente dal mese di maggio fino a tutto il mese di agosto.
Nell'esperienza condotta, la fioritura è iniziata a metà giugno con papaveri, camomilla e fiordaliso, proseguendo fino a metà agosto con camomilla dei tintori e coriandolo, e successivamente con carota selvatica e achillea.
La scelta di queste piante, caratterizzate da fiori a corolla aperta, aveva l'obiettivo di incentivare la popolazione dei sirfidi, insetti utili e importanti anche per il contenimento dell'afide lanigero. Quest'ultimo è un insetto dannoso per il melo che sta causando negli ultimi anni gravi danni soprattutto in frutticoltura biologica, in quanto i mezzi di contenimento disponibili non sono sufficientemente efficaci.
Nel controllo biologico, per lo sviluppo dei sirfidi è fondamentale avere un habitat favorevole, in quanto da adulti si nutrono di polline e nettare. Durante l'estate si è osservata la maggior presenza di sirfidi e di api mellifere sulle essenze fiorite della striscia seminata rispetto all'inerbimento spontaneo.
Sul melo sono state valutate anche l'evoluzione dell'infestazione di afide lanigero e si è osservata una maggior presenza di sirfidi e di altri insetti utili (crisope, coccinelle, imenotteri parassitoidi) nella parte di frutteto con le strisce fiorite, anche se il contenimento dell'afide lanigero nell'immediato non è ancora sufficiente.
La semina della «striscia fiorita» però ha permesso di avere una flora diversificata all'interno del frutteto che, se gestita correttamente, tornerà a germinare spontaneamente nelle annate successive. La precoce e abbondante fioritura dovrebbe favorire l'anticipata e costante presenza dei sirfidi nel frutteto, contribuendo nel lungo periodo, al contenimento dell'afide lanigero.
L'esperienza condotta con la semina di strisce fiorite e l'introduzione di insetti utili è stata illustrata ai frutticoltori quest'estate dai tecnici della Fondazione Mach per promuovere le attività svolte sul territorio in collaborazione con le aziende biologiche.
L'utilizzo delle strisce fiorite e un'attenta gestione dell'inerbimento potrebbero diventare per il frutticoltore abitudini virtuose per aumentare la biodiversità nel frutteto e favorire l'attività di insetti predatori e parassitoidi per il controllo biologico degli insetti e acari dannosi.