Radiologia, in Trentino apparecchiature obsolete, Coppola interroga sullo stato delle Rm e Tac
La consigliera verde riporta i dati dell’indagine dell’Associazione Italiana Ingegneri clinici: oltre metà delle macchine ha più di 10 anni (e fa male)
TRENTO. Il Trentino avrebbe il 67% dei suoi macchinari per le risonanze magnetiche e il 55% delle Tac ormai sopra i 10 anni di utilizzo e quindi obsoleti. E questo vuol dire due cose: maggiori radiazioni per il paziente, e minore accuratezza del risultato.
E’ la consigliera dei Verdi, Lucia Coppola, con una interrogazione a chiedere alla giunta (e all’assessore Tonina) se ne sia al corrente.
«Generalmente – dice Coppola – quando facciamo un esame diagnostico presso un ospedale non ci chiediamo se l’apparecchio sia nuovo oppure obsoleto. Dovremmo farlo. Infatti le apparecchiature in là con gli anni espongono il paziente a diagnosi imprecise oppure a più radiazioni del dovuto.
Valutare il tempo di usura di un macchinario è importante e bisogna tener conto oltre che dell’età dello stesso, delle modalità di utilizzo, del numero dei guasti nel tempo, dei costi di gestione. L’obsolescenza incide sui tempi di indisponibilità delle apparecchiature per l’aumento dell’incidenza dei guasti e dei malfunzionamenti. E di conseguenza l’allungamento delle liste di attesa per gli esami diagnostici».
Tutto questo per parlare di una recente indagine a livello nazionale. «Secondo una indagine dell’Associazione Italiana Ingegneri clinici per Dataroom emerge che la differenza di radiazioni fra una Tac con meno di 10 anni di vita e una di ultima generazione arriva fino all’80%; l’esame si svolge più rapidamente per la velocità di rotazione del tomografo e la diagnosi è più approfondita per la capacità del macchinario di vedere meglio il cuore tra un battito e l’altro, come pulsa il cervello (neuroperfusione) e di individuare con estremo dettaglio le lesioni oncologiche. Una risonanza magnetica all’avanguardia dà una migliore qualità di immagini in tempi inferiori e un maggiore confort perché diminuisce il senso di claustrofobia del paziente. Un mammografo con meno di 5 anni permette di effettuare biopsie in 3D più precise perché l’immagine viene ottenuta con la tomosintesi, ossia la mammella viene vista da diverse angolazioni grazie a un’acquisizione a strati: ciò consente di esaminare parti di tessuto che altrimenti rischiano di essere nascoste. I nuovi acceleratori lineari per la radioterapia irradiano la parte malata con più precisione salvando i tessuti sani. Inoltre permettono di utilizzare le nuove tecniche di radioterapia a intensità modulata, che significa subire una minore dose di raggi e una netta riduzione dei tempi di trattamento nelle sedute. Sempre da Dataroom si evince che il Trentino avrebbe il 67% dei suoi macchinari per le risonanze magnetiche e il 55% delle Tac ormai sopra i 10 anni di utilizzo e quindi obsoleti».
Ciò premesso Coppola interroga il Presidente della Provincia per sapere:
- quanti angiografi, mammografi, acceleratori lineari, gamma camere computerizzate, sistemi Tac/gamma camera, sistemi Tac/Pet, tomografi a risonanza magnetica, sistemi robotizzati per chirurgia e tomografi assiali computerizzati sono presenti negli ospedali trentini. Si chiede di indicare in quali ospedali si trovino e la loro età;
- quanti guasti e malfunzionamenti si sono verificati in questi macchinari negli ultimi 5 anni, specificando in quali, la loro età e i tempi per il ripristino della loro completa funzionalità;
- i costi sostenuti negli ultimi cinque anni per la manutenzione dei macchinari guasti o malfunzionanti;
- quale sia il programma del rinnovo delle apparecchiature, anche grazie ai fondi del Pnrr.