Music Arena, il "rosso" è di 2 milioni. Se la Provincia non coprirà il buco, attività del Centro Santa Chiara a rischio
Per ogni evento sono stati spesi in media 215 mila euro per organizzazione, logistica e comunicazione ed altri 90 mila per pagare gli artisti. Un giorno alla Music Arena, quindi è costato oltre 300 mila euro. La media, invece, dei ricavi da biglietteria per ogni evento è stata di 42 mila euro
IL CASO Allarme rosso, conti da "brivido"
COSTI Un altro milione di euro per i concerti 2024
TRENTO. Una voragine. Numeri e dati alla mano è difficile trovare qualche elemento positivo nella stagione 2024 della Music Arena. Capitolo denaro: i costi totali sono stati di 3 milioni e 688 mila euro (2,8 milioni per organizzazione e comunicazione e 900 mila euro per i cachet degli artisti), mentre i ricavi sono stati di 1 milione e 678 mila euro. Ma, attenzione, in quest'ultima cifra è compreso anche 1 milione di contributo da parte della Provincia. Quindi soldi pubblici.
Gli incassi da biglietteria, invece, si fermano a 421 mila euro per 13 giorni di eventi. Tecnicamente non è un "buco" ma un disavanzo, però le cifre sono impressionanti, con la differenza tra costi e ricavi che segnala una perdita di 2 milioni di euro. Conteggiando anche il milione di euro pubblici inserito tra i ricavi, il "disavanzo per i cittadini" sale a 3 milioni. E la gestione 2023 non era andata meglio: costi per 1 milione e 141 mila euro, mentre le entrare si fermarono a 275 mila euro.
Il disavanzo negativo fu quindi di 866 mila euro, coperto in seguito con un contributo da parte dell'amministrazione provinciale. Altri soldi pubblici, quindi. Tornando ai costi 2024, le medie fanno capire bene quanto accaduto: per ogni evento sono stati spesi in media 215 mila euro per organizzazione, logistica e comunicazione ed altri 90 mila per pagare gli artisti. Un giorno alla Music Arena, quindi è costato oltre 300 mila euro. La media, invece, dei ricavi da biglietteria per ogni evento è stata di 42 mila euro.
Proseguiamo: capitolo spettatori. E qui citiamo le parole, nero su bianco, del Centro Santa Chiara: «I risultati di pubblico sono stati al di sotto delle aspettative», «gli spettatori a giugno e a luglio rappresentano poco più del 50% di quelli attesi. Lo stesso dato vale per i Pooh e per la seconda serata del Drip Festival» e «scelte di programmazione che non hanno sfondato nel pubblico trentino».
In una parola, un flop: per i 13 giorni di eventi sono stati registrati in totale 32.826 spettatori, con una media di 2.511 a serata. E a poco è servito puntare il piede sull'acceleratore della comunicazione: «Il budget inizialmente assegnato alle attività di comunicazione, che valeva circa il 5% del costo del progetto, è stato portato ad una percentuale del 15-18% del costo iniziale, passando dai 90 mila euro previsti ai circa 220 mila euro».
In sintesi sono questi i dati, ufficiali, dell'estate alla Music Arena. Una questione che è diventata - purtroppo dal punto di vista di chi vorrebbe solo andare a sentirsi un concerto senza dover macinare chilometri - più politica che artistica. Ieri sera a fare un'operazione trasparenza è stato il Comune di Trento e in particolare l'assessora Elisabetta Bozzarelli.
Nelle scorse ore, per rispondere a un'interrogazione in Consiglio, Bozzarelli ha ricevuto i dati e la relazione da parte del Centro Santa Chiara e ne ha riferito in aula. S.Chiara che, ricordiamo, l'anno scorso era stato "incoronato" dalla Provincia come organizzatore della proposta musicale estiva nell'area San Vincenzo, che andava rivitalizzata dopo il maxi evento di Vasco del 2022 e un 2023 organizzato in fretta e furia.
Nello spiegare i numeri, il Centro Santa Chiara sottolinea al Comune che, inizialmente, «i costi di gestione erano calibrati su una decisa riduzione delle prescrizioni richieste dalla Commissione Provinciale di Vigilanza. Ciò non è avvenuto, con conseguente necessità di impiego di numeroso personale di security e personale sanitario per necessità di presidio su tutta l'area San Vincenzo e aree limitrofe». In soldoni - letteralmente - il preventivo per la gestione era di 250 mila euro: ne sono stati spesi 722 mila. Anche per gli allestimenti il S. Chiara si è fatto carico di necessità aggiuntive (recinzioni, zavorre, tensostrutture, gazebo, generatori, macchine, personale, torri per illuminazione, arredi di camerini, acquisto di carburante per alimentazione generatori): tradotto, la spesa è stata di 1, 8 milioni, «per la gran parte non previsti nella stima iniziale».
Ancora: nella relazione è stato spiegato che gli ipotizzati ricavi da sponsorizzazioni non sono mari arrivati, per via di ritardi e di una tempistica troppo stretta data dalla Provincia. Stesso discorso per la programmazione, con il Santa Chiara che ha dovuto adottare procedure d'urgenza per riuscire ad allestire un programma e a garantire logistica e sicurezza. Dal recente passato, con i numeri finalmente ufficiali, al presente e al futuro.
Cosa si fa? L'assessora Bozzarelli, che ha chiesto riscontri alla rappresentante del Comune nel Cda del Santa Chiara, ha spiegato che «attualmente la situazione è di perdurante incertezza: non c'è conferma della copertura da parte dell'amministrazione provinciale del disavanzo nelle casse del Centro per effetto della gestione della Trentino Music Arena». Tradotto, non si sa ancora se la Provincia coprirà i 2 milioni di "buco". E quindi la stagione teatrale e tutte le attività culturali del Centro Santa Chiara sono, ad oggi, a rischio. «La Provincia paghi», è l'appello di Bozzarelli.