Riforma delle professionali, l'attacco di Degasperi a Gerosa: «finora ha solo aperto tavoli su tavoli»
Il consigliere analizza lo stato del settore: «Ha lasciato fuori dal tavolo gli insegnanti. E alla fine, bastava che leggesse il suo programma elettorale a pagina 35»
TRENTO. L’annuncio della vicepresidente della giunta, l’assessora Francesca Gerosa, della costituzione del quarto «tavolo tecnico» per la riforma della scuola professionale fa arrabbiare il consigliere di opposizione Filippo Degasperi (Onda), che sulla formazione professionale ha una approfondita conoscenza personale.
«I politici – dice il consigliere in una nota – si distinguono tra che le idee le ha e chi invece le deve raccattare. La mancanza di un pensiero personale comporta il rischio che, nel confronto con le controparti (tecnici e diretti interessati alla scrittura e all'applicazione dei provvedimenti) a prevalere sia chi ha più forza nel tirare la giacchetta, facendo così prevalere l'interesse particolare rispetto a quello generale che, in teoria, l'eletto dovrebbe rappresentare e difendere in virtù del proprio programma. Non ci sono dubbi rispetto a quale sia la categoria a cui appartiene l'assessora Gerosa. Dal suo insediamento è riuscita solo a costituire “tavoli” da cui farsi dettare l'agenda. L'ultimo, quello sulla Formazione professionale rappresenta (per ora) il punto di minimo della parabola che descrive le vicende dell'anno trascorso.
Un tavolo che esclude chi la Formazione professionale la fa davvero, ovvero gli insegnanti. Un tavolo tagliato su misura per le scuole private (Enaip, Veronesi, UPT, Canossiane, Arigianelli) che con la loro massiccia presenza potranno far valere, indisturbate, i propri interessi».
Per Degasperi, «I problemi della Formazione professionale trentina sono ormai noti. Ne richiamo tre: percorsi non più competitivi rispetto all'Istruzione, spezzatino delle discipline e discriminazione dei docenti.
Circa il percorso, pensiamo al fatto che un iscritto non sa dove finirà: esame di qualifica dopo tre anni immediatamente seguito dall'esame di ammissione al quarto anno, esame di diploma professionale al termine del quarto anno immediatamente seguito dall'esame di ammissione al quinto. Basterebbe questo per impedire che al tavolo siedano soggetti che hanno pensato, avallato e realizzato una simile boiata perché solo a Trento il superamento di un anno scolastico non è sufficiente per accedere al successivo. Ancora, basterebbe guardare a Bolzano, dove con una Formazione professionale provinciale e il banale 3+2 tutto è chiaro, semplice e efficace.
Pensiamo agli orari che (viaggi esclusi) occupano i ragazzi fino al tardo pomeriggio, precludendo loro non solo le attività sportive ma anche la necessaria riflessione individuale che dovrebbe connotare qualsiasi momento educativo».
Quanto alle discipline, dice il consigliere di Onda, «nella foga di fotocopiare il modello nazionale dell'Istruzione, la Provincia (autonoma?) ha generato uno spezzatino che obbliga gli insegnanti a carichi di lavoro folli e gli studenti a una vera e propria giostra. Potremmo parlare delle graduatorie multiple ideate dai nobel del Dipartimento Istruzione: esistono tre graduatorie con requisiti e punteggi diversi per insegnare la stessa matematica. Ma preferisco portare come esempio il caso dell'Informatica. Trattandosi di pochissime ore dedicate ai rudimenti dei PC era da sempre assegnata agli insegnanti di matematica (peraltro assunti con concorso anche per informatica). Troppo semplice evidentemente. Così i geni di via Gilli hanno pensato bene di sostituirla con una nuova mini-disciplina, nuova non nei contenuti ma solo nel nome (laboratorio digitale), con contestuale costituzione di una graduatoria specifica copiata da quella per licei e istituti tecnici. Risultato: insegnanti titolari espropriati, convocazioni deserte e scuole obbligate ai salti mortali per trovare qualcuno».
Infine: «Con gli interventi da attuare per far tornare appetibile il canale della Formazione professionale potremmo riempire un'enciclopedia. Ma volendo partire dalle cose semplici, in merito alla discriminazione subita dagli insegnanti, anziché rimettersi al “tavolo”, perché non applicare subito quanto ben scritto nel programma elettorale che ha portato Gerosa in Consiglio? A pagina 35 leggiamo l'impegno alla “parificazione dei docenti della Formazione professionale ai docenti della scuola a carattere statale”. Ecco, se al “tavolo” dovesse sedere qualcuno contrario al programma del presidente e della sua vice, se si vuole effettivamente progredire, sarebbe il caso di accompagnarlo alla porta».