Concessioni idroelettriche, la Provincia fa slittare i rinnovi al 2029
Il presidente Maurizio Fugatti annuncia una delibera che, sulla base di un approfondimento giuridico, rilancia quanto stabilito dalla legge del 2022, poi impugnata dal governo: "Ora la decisione spetterà alla Corte costituzionale, in ogni caso noi riteniamo di poter procedere a una proroga in relazione all'interpretazione delle norme del nostro Statuto di autonomia"
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TRENTO. La giunta provinciale di Trento approverà nei prossimi giorni una delibera che permetterà di far slittare al 31 marzo 2029 il termine per i rinnovi delle grandi concessioni idroelettriche. La nuova data, ha fatto sapere il presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti, in conferenza stampa, è stata individuata sulla base di un approfondimento delle norme statutarie e di attuazione dell'autonomia.
"La decisione della giunta è stata quella di far interpretare il nostro Statuto di autonomia in relazione dell'ampio interesse pubblico sul tema delle concessioni, che non riguardano solamente la produzione energetica ma anche il tema della gestione idrica e del territorio nel suo complesso", ha spiegato Fugatti. Il provvedimento riguarderà principalmente 16 grandi impianti di produzione idroelettrica ex Enel, il cui termine per la concessione è attualmente fissata al 31 dicembre 2024.
La proroga, stabilita in seguito di una consulenza specifica affidata, assieme alla Provincia di Bolzano, allo studio di giuristi costituzionalisti Caia, servirà ad approntare l'istruttoria per la riassegnazione, in attesa di un possibile cambiamento delle disposizioni per il Paese a livello europeo.
Per alcuni impianti più piccoli dovrebbero rimanere i termini di fine concessione già fissati. La proroga permetterà di capire in quale direzione intenda muoversi la Commissione europea sul tema dei rinnovi delle concessioni idroelettriche.
"L'Italia - ha infatti spiegato Fugatti - è attualmente l'unico Paese al quale è stato chiesto, per ragioni legate al Pnrr, di procedere con la messa a bando delle concessioni. Ora bisogna capire cosa deciderà la nuova commissione".
Nel 2022, la Provincia di Trento approvò una legge che prevedeva una proroga di diritto agli attuali concessionari fino al 2029 e la possibilità di un rinnovo dell'affidamento sulla base di investimenti infrastrutturali. La legge è stata impugnata dal governo per questioni di legittimità nel febbraio dello scorso anno.
"Nel 2022, a fronte di un boom dei prezzi dell'energia, si decise di dare vita a legge che interveniva sul tema delle concessioni idroelettriche con proroga e rinnovo concessioni legate a investimenti. Ora la decisione spetterà alla Corte costituzionale, in ogni caso noi riteniamo di poter procedere ad una proroga in relazione all'interpretazione delle norme del nostro Statuto di autonomia", ha specificato Fugatti.
Attualmente, le grandi concessioni idroelettriche in Trentino rendono agli enti locali all'incirca cento milioni di euro all'anno di canone, per una produzione complessiva pari a 3.510 gigawatt. Secondo le stime tecniche degli uffici provinciali, la produzione di elettricità rende il territorio provinciale pressoché autosufficiente dal punto di vista energetico.
"La revisione delle concessioni richiede processi non banali, per capire l'interesse idrico in generale per ogni determinata concessione. Va detto che ci fa comodo non pensare al 2024, ma arrivare al 2029 per organizzare l'attività ricognitiva dei bisogni sull'uso dell'acqua nei territori", ha detto, in conferenza stampa, il dirigente generale del Dipartimento enti locali, agricoltura, ambiente e cooperazione della Provincia di Trento, Roberto Andreatta, competente in materia di assegnazione delle concessioni di grandi derivazioni idroelettriche.
"Alla delibera della giunta provinciale basata sull'articolo 13 dello Statuto, seguiranno delle pubblicazioni coerenti con provvedimenti dell'esecutivo, che espliciteranno l'attività necessaria. Crediamo di poter dire che per le grandi concessioni saremo pronti con le istruttorie per il 2029", ha aggiunto.