Rifiuti / Il tema

«No all’inceneritore in Trentino: è costoso, inutile e dannoso per la salute»

Diciassette associazioni ambientaliste danno battaglia e chiedono alla Provincia di cambiare rotta: la raccolta differenziata può migliroare e il quantitativo di residuo da smaltire si ridurrebbe ulteriormente , fino a sole a 8 mila tonnellate annue

PROVINCIA «Inceneritore obiettivo strategico della giunta»
TRENTO Ianeselli: «Ridiscutere l’inceneritore, vanno cercate collaborazioni»
IL TEMA Chiusura del ciclo dei rifiuti: si va avanti senza decidere

INCENERITORE "Si crea inquinamento dannoso per ambiente e salute"

 

di Patrizia Todesco

TRENTO. «L'inceneritore? Una scelta sbagliata: sarebbe inutile, eccessivamente costoso e anche dannoso alla salute dei cittadini. Tra qualche anno anche Bolzano farà fatica a recuperare il quantitativo di rifiuti da bruciare che serve per sostenere i costi».

Alla luce delle recenti dichiarazioni dell'assessora provinciale Giulia Zanotelli che ha confermato la volontà della giunta di procedere alla realizzazione di un inceneritore, torna a farsi sentire il fronte del "no", la voce delle associazioni ambientaliste che contestano anche i numeri forniti in questi giorni.

«Innanzitutto non è vero che la produzione dei rifiuti in provincia è aumentata - dice Pietro Zanotti a nome delle 17 associazioni ambientaliste trentine - anzi si è ridotta notevolmente. Inoltre la percentuale di raccolta differenziata, secondo i dati Appa, è passata dal 78% al 82,5%». Poi i problemi legati alla salute.

«Ricordiamo - dicono gli ambientalisti fornendo anche alcuni numeri - che i numerosi studi sull'argomento convergono nel riscontrare una relazione stretta tra inceneritore e danni alla salute umana con un aumento dei ricoveri per malattie cardiovascolari e un eccesso di mortalità». Tornando ai dati, Zanotti sottolinea che gli ultimi dati Appa aggiornati al 2024 indicano che la produzione di rifiuti è diminuita in soli tre anni dell'11% passando da circa 284 mila tonnellate annue a poco più di 255 mila.

I comitati prendono a prestito la nuova campagna della Provincia («Riduci, ricicla e riusa») e ritengono possibile ridurre ancora il residuo trentino fino a 8 mila tonnellate all'anno entro il 2030, anche grazie a un migliore utilizzo dell'impianto di Rovereto.

«Non biostabilizzare i rifiuti è una grave mancanza della Provincia. Attivando rapidamente la stazione di trattamento meccanico biologico già presente, potenziandola tecnologicamente, sarebbe possibile sfruttare al massimo i vantaggi di questa operazione, riducendo ulteriormente il residuo e producendo combustibile».

Per gli ambientalisti la popolazione trentina e i gestori stanno dimostrando che si possono raggiungere gli obiettivi delle province limitrofe più virtuose (ad esempio Treviso) e che continuando di questo passo a breve il residuo da conferire in discarica risulterebbe ben al di sotto del 10% richiesto dalla direttiva quadro rifiuti.

Anziché destinare soldi ad un inceneritore, Zanotti ritiene più sensato destinare fondi per la bonifica delle discariche riducendo o azzerando le emissioni climalteranti ed i volumi. Sempre parlando di costi e riferendosi agli 11 milioni spesi per lo smaltimento, Zanotti ricorda che la tariffa trentina è la seconda più bassa d'Italia, inferiore anche a quella di Bolzano. «E in ogni caso - dice - il costo si potrebbe ridurre con la biostabilizzazione».

In tema di raccolta, ci sono ancora troppe differenze da zona a zona. «Le campane oggi non vanno più bene - dice Zanotti - ed è noto che la raccolta porta a porta con una tariffa puntuale su tutto il territorio è quella ottimale. Inoltre occorre ridurre i conferimenti di multimateriale e potenziare i centri integrati di raccolta. Così possiamo migliorare ancora, così come bisogna puntare sull'informazione alla popolazione perché ancora troppi errori vengono fatti nella fase della differenziazione».

Buttare gli scontrini nella carta o i giocattoli nella plastica, solo per fare un esempio, vanifica gli sforzi di differenziare. Infine una considerazione su come le scelte possono incidere sulle abitudini della popolazione. «L'inceneritore - dicono - farebbe passare la voglia di riciclare: storicamente in tutti i territori dove è presente l'inceneritore le performance della differenziata fanno fatica».

comments powered by Disqus