Orsi, riparte il solito muro contro muro tra Provincia e animalisti
Piazza Dante irremovibile sull'abbattimento dell'esemplare che ha colpiuto un fungaiolo nel Bleggio, associazioni pronte alla nuova battaglia legale e colpevoliste nei riguardi della vittima. Ma solo un passo indietro di entrambi i fronti potrà creare le condizioni per un confronto costruttivo diretto al miglioramento delle condizioni di convivenza fra comunità locali e grandi carnivori
BONDONE Avvista un’orsa, si spaventa e si ferisce cadendo
L'AGGREDITO “Mi sono buttato giù e ho pregato”
IL FATTO Bleggio superiore, un fungaiolo ferito da un orso
LAV "Forse bastava un campanello per evitare l'incontro"
OIPA Ricorso al Tar se Fugatti disporrà l'abbattimento
TRENTO. «Si procederà appena possibile con la rimozione», assicura la Provincia. «Faremo tutto il possibile per difendere l'orso dal piombo dei forestali trentini», tuona la Lav. Spiace per Andreas Pichler: il suo docufilm "Pericolosamente vicini" è stato acclamato, apprezzato, premiato, ma pare non essere servito a molto nel far capire la complessità della situazione trentina e a evitare le solite trite, ritrite e inutili contrapposizioni frontali.
Dopo la nuova aggressione di un esemplare a un uomo, la sterile liturgia fatta di schermaglie tra Provincia e associazioni animaliste è pronta a ripartire secondo il solito canovaccio: Piazza Dante si dice pronta all'abbattimento e le associazioni annunciano la preparazione di ricorsi con il solito corollario fatto di chissà se è vero, di sicuro la vittima non doveva essere lì e così via.
Per la Provincia il problema è sempre e solo l'orso, per gli animalisti sempre e solo l'uomo. Così, l'annotazione di cronaca è una sola: ad ogni nuovo riproporsi delle criticità, le parti non si muovono per affrontarla e non si smuovono dai loro dogmi.
In mezzo, con il cerino in mano ad assistere allo scontro, resta la gente che vorrebbe solo poter vivere nel proprio mondo potendo convivere in pace e in sicurezza con gli animali che li popolano.
La Provincia dimentica le sue "mancanze" (sensibilizzazione e formazione che decollano a fatica, cassonetti antiorso a macchia di leopardo pian piano, monitoraggio assente: quanti ne abbiamo? Boh. Quanti col radiocollare? Tre) e abbatte.
Le associazioni dimenticano che l'uomo - piaccia o no - nella natura ci vive e partono con il solito campionario: condizionali («sarebbe accaduto», ma chissà se è vero), accuse al povero Cristo che andava solo a funghi (senza capire che va bene tutelare gli animali nei loro habitat selvaggi e senza voler ammettere che andare per sentieri e strade forestali non è invadere un ambiente selvaggio e se diventa un problema camminare su una forestale, siamo tutti di fronte a un problema, non a una colpa di chi va a camminare), diminutio degli episodi (no, non conta la profondità dei graffi. Conta il fatto che ci sono stati dei graffi. No, non conta se è sceso a valle a piedi e "allora forse non stava così male").
Ecco, ripartire da qui potrebbe togliere trentini e turisti da una impasse dialettica, formale, a colpi di ordinanze, comunicati, sit in, ricorsi al Tar, che non porta a niente da anni e che ha sinceramente rotto le scatole.
Con la Provincia che potrebbe ammettere che a volte si può decidere se abbattere o no dopo valutazioni approfondite, non partendo lancia in resta. E ammettere che sì, qualcosa di più sulla prevenzione si può fare.
E le associazioni che potrebbero ammettere - come fanno gli esperti, non gli amanti delle grigliate - che a volte qualche problematico va tolto di mezzo per il bene di tutti, uomini e animali.
E potrebbero smetterla con questa narrazione fuori dal tempo secondo cui il bosco è solo degli animali e i bipedi sono di troppo. Si deve lavorare alla convivenza, non alla "vivenza" degli animali e basta. Ripetiamo assieme: "con"-"vivenza".
Finché quel giorno non arriverà, eccovi il solito muro contro muro e la carrellata di comunicati delle associazioni già sul piede di guerra contro la Provincia.
L'Oipa spiega di aver appreso «dalla Provincia autonoma di Trento che ieri pomeriggio un uomo sarebbe stato ferito da un plantigrado nella zona di Bleggio superiore».
La Lav, che quantomeno è meno santommasea e usa l'indicativo («si è realizzato il contatto tra un cercatore di funghi e un orso») se la prende con la vittima, al quale «sarebbe stato sufficiente un campanello del valore di pochi euro appeso allo zaino per evitare l'incontro. Ma evidentemente la persona coinvolta non ha preso in considerazione le misure di prevenzione da sempre utilizzate in ogni parte del mondo dove gli umani si trovano a condividere il territorio con gli orsi».
Sempre la Lav attacca la Provincia che «invece di fare pubblica ammenda per le gravi inefficienze che hanno portato al ferimento dell'uomo», tramite l'assessore Failoni «ha immediatamente sentenziato la condanna a morte dell'orso, scaricando così le responsabilità sull'animale, che ha semplicemente agito difendendosi».
L'Enpa «impugnerà qualsiasi provvedimento contro l'animale, che con tutta probabilità sarà emanato nelle prossime ore da Fugatti».
«Ennesima storia poco chiara, presa subito, senza perdere tempo, a pretesto per emettere un'ennesima condanna a morte. Perdonateci, ma la credibilità di queste vicende ormai è nulla, data la zero trasparenza di una provincia che cerca ogni pretesto, forse anche costruito a tavolino alle volte, per abbattere orsi a più non posso. Anche noi approfondiremo con i nostri canali e i nostri sopralluoghi», spiega Bearsandothers.
La Leal annuncia che «in caso di provvedimento di abbattimento» arriverà «immediato ricorso al Tar» e chiosa: «Questo incidente giunge in un contesto già teso e temiamo sul territorio l'aumento della ostilità nei confronti di orsi e selvatici».
Ecco, forse non è dubitando e sminuendo che il clima si rende meno teso.