Nei piccoli punti nascita trentini (e non solo) troppi parti cesarei
Anche le pagelle dall'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali boccia le strutture di valle
TRENTO. Anche Agenas «boccia» i punti nascita di valle. Troppi parti cesari primari, troppi parti cesarei in donne con pregresso cesareo e troppe episiotomie nei parti vaginali. Su questo fronte, invece, promosso l'ospedale S. Chiara e anche quello di Rovereto, anche se con risultati leggermente peggiori.
Ma i piccoli punti nascita trentini con un numero troppo basso di parti non sono un caso isolato. In Italia un punto nascita su tre non supera la soglia di 500 parti l'anno, considerato lo standard minimo di sicurezza. Lo rivelano i numeri del «Programma nazionale esiti» presentati ieri dall'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas). Numeri che hanno l'obiettivo di misurare le performance dei nostri ospedali e gli esiti per i pazienti.
Ortopedia
Promossi quasi tutti gli ospedali trentini per quanto riguarda l'intervento della frattura di femore effettuato entro 48 ore. È noto infatti che un intervento tempestivo può davvero fare la differenza.
E, infatti, questo è uso dei parametri utilizzati da Agenas. I dati più recenti mostrano un quadro in miglioramento a livello nazionale: la proporzione di pazienti anziani operati tempestivamente è salita al 59%, avvicinandosi alla soglia del 60% prevista dalle linee guida nazionali. Al S. Chiara, dove si registrano i numeri maggiori, è molto alto il livello di aderenza agli standard di qualità dettati a livello nazionale per quanto riguarda l'intervento chirurgico entro 48 ore per frattura del collo del femore e anche il dato per riammissioni a 30 giorni per protesi di ginocchio.
Media l'aderenza per le protesi d'anca. Bene anche Rovereto con alto livello di aderenza agli standard di qualità per l'intervento chirurgico entro 48 ore per frattura del collo del femore, molto alta per il ginocchio e media per anca. Sugli ospedali di valle il dato migliore è quello di Cavalese con aderenza alta per interventi al femore entro 48 ore e molto alta per riammissione a 30 giorni per protesi di ginocchio e anca.
Oncologia
Agenas tiene monitorati anche i volumi delle attività in quanto ancora molti pazienti vengono operati in strutture con bassi volumi di attività, cosa che spesso non garantisce la migliore qualità delle cure.
In Trentino la quasi totalità dei tumori viene operata al S. Chiara anche se i pazienti che scelgono di andare fuori provincia sono ancora numerosi, soprattutto per i tumori con bassa casistica in quanto i pazienti cercano centri specializzati. Su 625 donne trentine a cui è stato diagnosticato un tumore al seno 554 hanno scelto il S. Chiara insieme ad altre 13 non residenti. Per quanto riguarda i tumori alla prostata 189 gli interventi al S. Chiara (su 318 diagnosi di tumore in provincia), mentre per i tumori alle ovaie ci sono stati 20 interventi (su 43 diagnosi) e 72 quelli all'utero (10 a Rovereto e 1 Arco) su 101 diagnosi. Per quanto riguarda il tumore al pancreas, su 25 diagnosi effettuate nel 2023, sono stati 11 gli interventi effettuati al S. Chiara. Maggiore è il numero di pazienti con tumore al polmone che si fanno curare a Trento. Su 74 diagnosi, 53 si sono affidati alle cure dei chirurghi del S. Chiara (+3 residenti fuori provincia).
Area cardiologica
Guardando il S. Chiara, l'ospedale trentino risulta avere ottimi risultati sul fronte dei casi trattati con Ptca (angioplastica) entro 90 minuti e sulla mortalità dello scompenso cardiaco a 30 giorni. Cartellino rosso, invece, sulla mortalità a 30 giorni per quanto riguarda il by-pass aortocoronarico isolato. In generale per quanto riguarda il S. Chiara c'è una promozione piena su gravidanza e parto, nefrologia e ortopedia.