Medici di base e carenza di vaccini: l'Azienda sanitaria replica a Paoli, «consegnate 70 mila dosi»
Dopo il comunicato dei sindacati Smi e Fimmg Trentino, la spiegazione: «Prima di acquistarne altre, occorre finire le dosi non utilizzate»
TRENTO. La denuncia era venuta dal dottor Paoli, Il segretario trentino del Sindacato medici, che critica l'Apss: in molte zone, è saltata la consegna di ulteriori dosi previste nel nostro accordo annuale per la campagna di prevenzione, eppure domani l'Azienda prevede nei propri centri un giorno di vaccinazioni aperte. Ma l’Azienda gli replica e spiega.
«In base agli accordi intercorsi con i medici di medicina generale, Apss ha provveduto alla consegna di un quantitativo di vaccini calcolato sulla base delle dosi somministrate da ciascun medico di medicina generale nella precedente stagione (2023-2024), ma non superiore a 250 dosi. Per i medici di medicina generale non presenti nella precedente stagione il quantitativo è stato calcolato su valori medi, ponderati per il numero di assistiti. A esaurimento delle scorte consegnate, i servizi vaccinali territoriali di riferimento hanno consegnato ai medici di medicina generale che lo hanno richiesto un ulteriore quantitativo di dosi, nei limiti delle disponibilità aziendali» precisa l'Azienda provinciale per i servizi sanitari di Trento in una nota rispondendo al comunicato diffuso da Smi e Fimmg Trentino.
«In totale - fa sapere l'Apss - sono state consegnate ai medici di medicina generale 70mila dosi e attualmente ne risultano registrate 43.800, pari al 60% delle dosi.
Sono 330 i medici di medicina generale che hanno dato disponibilità a partecipare alla campagna vaccinale e di essi 21 hanno somministrato meno di 50 dosi e 60 medici più di 200. Tra i principali destinatari della vaccinazione antinfluenzale si annoverano gli over sessantacinquenni, che ad oggi risultano vaccinati soltanto nella percentuale del 30,7% (valore che comprende anche gli ospiti delle Residenze sanitarie assistenziali) rispetto al 54,5% dello scorso anno, valore ben lontano dalla soglia del 75% fissata dal Piano nazionale di prevenzione vaccinale.
Apss, prima di provvedere all'acquisto di nuove dosi di vaccino, di cui è stata accertata con le Case farmaceutiche la disponibilità e la garanzia di fornitura entro 48-72 ore dall'ordine, ritiene necessario che risultino somministrate almeno l'80% delle dosi già consegnate per scongiurare che si ripeta quanto capitato l'anno scorso quando sono rimaste inutilizzate ben 10mila dosi di vaccino antinfluenzale».