Zanella: rischio pronto soccorso, medici in partenza. Tonina: sono gettonisti scontenti dei tagli ai compensi
Il consigliere provinciale Pd lancia l'allarme: «Si parla di sette medici che si stanno licenziando». L'assessore precisa: «Non si tratta di dipendenti con contratti a tempo indeterminato»
PROVINCIA Taglio ai compensi dei medici gettonisti
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TRENTO - Si parlava di Pronto soccorso, di accessi, di appropriatezza e di codici bianchi, ma alla fine del botta e risposta con l'assessore Mario Tonina, il consigliere Paolo Zanella, decisamente preoccupato, ha sganciato la "bomba": «Il tema del pronto soccorso è gravoso, perché si parla di 7 medici che si stanno licenziando e, se ciò corrisponde al vero, il reparto è a rischio. Inoltre si sta valutando la chiusura di posti letto in Osservazione breve proprio perché manca personale. Ci si doveva attivare prima».
Il pronto soccorso, da tempo in grande sofferenza - accessi in crescita e personale in calo, per sintetizzare -, si trova quindi alla vigilia del periodo natalizio in una situazione sempre più complicata.
L'assessore Tonina tiene a specificare: «Attenzione, queste eventuali dimissioni non si riferiscono a personale strutturato, con contratti a tempo indeterminato per intenderci». Insomma, nel dato complessivo ci sarebbero soprattutto liberi professionisti.
Gli ormai famosi "gettonisti", come noto, da anni sono fondamentali per tenere in piedi quel reparto (così come altri, a partire dai punti nascita periferici), ma sono estremamente costosi e, soprattutto, sono figure in qualche modo slegate dal lavoro d'equipe, che è fondamentale per il benessere in corsia e ovviamente per la qualità delle cure.
Sul fatto che in queste dimissioni possa aver inciso anche il recente provvedimento dello stesso Tonina, che ha voluto abbassare i compensi orari di gettonisti e giovani specializzandi, l'assessore è laconico: «Ci sono dei mal di pancia. Se per qualcuno le tariffe abbassate non bastano ce ne faremo una ragione».
I gettonisti del Pronto soccorso continueranno comunque a essere i più pagati, con 85 euro l'ora (che significano 1.020 euro al giorno per un turno di dodici ore, quindi comunque una cifra estremamente significativa). Ma ovviamente i 106 euro l'ora (1.272 euro al giorno) dal loro punto di vista erano meglio e a nessuno piace guadagnare meno.
Tonina chiude: «Comunque voglio ricordare l'attenzione che ho per il Pronto soccorso, come dimostrano i 2 milioni di euro ad hoc stanziati per il personale, per tutto il personale, a tempo indeterminato solo per quel reparto. Spero che questo sia anche un tassello dell'attrattività».
Sull'argomento l'Azienda sanitaria fa sapere che i medici gettonisti dimissionari in seguito all'abbassamento delle tariffe sono al momento tre, che hanno deciso di cambiare sede di lavoro. Altri due, invece, hanno fatto sapere di voler ridurre il proprio impegno.
Tornando all'inizio, come accennato Paolo Zanella aveva chiesto in aula del consiglio all'assessore come intendesse gestire la questione degli accessi e dei codici bianchi, visto lo stop al progetto dell'ambulatorio codici bianchi, che pareva pronto a partire a inizio novembre, salvo poi fermarsi per carenza di medici. Tonina ha risposto che il tema è all'attenzione della giunta, ma non è di facile attuazione: «Stiamo lavorando, valutando diverse possibili soluzioni riguardanti in particolare l'individuazione di nuove modalità di gestione dei codici di minore gravità.
Al riguardo il 14 novembre è stato comunicato all'Ordine dei medici, a quello delle professioni infermieristiche e all'Azienda sanitaria, l'interesse ad attivare in assessorato un gruppo tecnico di lavoro, costituito con loro referenti, per valutare la possibile attivazione, anche a livello locale, del progetto "See and treat", già sperimentato e adottato in altre regioni, che prevede che il paziente con patologie minori possa essere gestito in autonomia da infermieri qualificati e opportunamente formati, che prendono in carico il paziente secondo specifici protocolli medico-infermieristici».
Sul fronte della medicina generale è in fase di valutazione il coinvolgimento nella gestione dei codici di minore gravità dei medici del servizio di continuità assistenziale (Ambulatorio codici bianchi).
«Quel progetto al momento non ha raggiunto adesioni sufficienti», conferma Tonina.
Chiude il consigliere del Pd: «Che si segua il percorso del "See and treat" può servire, ma i medici di base non ci sono, ce ne sono troppo pochi. E hanno in media 1.500 assistiti: si devono trovare strumenti per sgravarli e non affidare loro altre attività. Non è l'ecografo in mano al medico di base che limita l'accesso al pronto soccorso».