Agricoltura / Summit

Il futuro degli allevamenti in Trentino, "Basta liti, ora si lavori insieme", con lo spettro Escerichia Coli

Produzione di 135 milioni di litri di latte, 1.745 aziende zootecniche, 382 malghe attive, avanza l’invecchiamento dei titolari (in gran parte fra i 50 ed i 60 anni)

TRENTO. Una fotografia del comparto zootecnico trentino per affrontare in maniera sinergica e unitaria le opportunità e le criticità che le aziende sono chiamate ad affrontare. Come annunciato dall’assessore provinciale all’agricoltura e promozione dei prodotti trentini Giulia Zanotelli, il Tavolo della zootecnia ha visto ieri pomeriggio per la prima volta la partecipazione di tutti gli attori di questo sistema: dai rappresentanti degli operatori ad Apss, da Trentino Marketing a Fondazione Mach, fino a Federazione Trentina della Cooperazione, Promocoop, Cooperfidi e Codipra. In un momento nel quale si parla soprattutto di Escherichia coli, e del problema delle lavorazioni a latte crudo.

Le strategie per disegnare in maniera collettiva il futuro della zootecnia trentina saranno disegnate da 4 gruppi di lavoro tecnici e operativi che entro aprile 2025 definiranno i singoli obiettivi: ambiente e territorio; gestione aziendale; trasformazione; strumenti finanziari e gestione del rischio.
La maggioranza delle aziende zootecniche provinciali sono a conduzione individuale (1.745 unità, pari all’87%) e, tra queste ultime, la maggior parte sono condotte da allevatori tra i 50 e i 60 anni. Le società zootecniche sono invece 260.

Le aziende trentine che operano in questo settore sono mediamente piccole, con una produzione complessiva di circa 135 milioni di chili di latte (dati 2023), al 72% utilizzati per le produzioni casearie. Fondamentale, a tal proposito, è la valorizzazione delle razze rustiche per salvaguardare le produzioni tradizionali.
Secondo quanto emerge dai dati dell’Azienda sanitaria, lo standard sanitario degli allevamenti in Trentino è elevato, grazie a un sistema di controlli e vaccinazioni unico a livello nazionale, con vantaggi legati al benessere animale in azienda, al minor utilizzo di antibiotici e a maggiori garanzie per i consumatori.

“L’Amministrazione provinciale ha anche aumentato i contributi per le analisi sui prodotti e proseguirà, implementandola, la campagna informativa nei caseifici e nelle malghe per informare i consumatori circa il consumo di formaggi a latte crudo” ha puntualizzato a tal proposito l’assessore Zanotelli.
Guardando all’attività in quota, sono quasi 30mila gli ettari nei quali si svolge la tradizionale attività di alpeggio. Nel 2023 erano 382 le malghe attive. L’alpeggio - è stato spiegato - è patrimonio culturale, sociale e identitario delle comunità di montagna, in quanto garantisce presidio dell’economia di queste zone, conservazione del territorio, salvaguardia della biodiversità, popolamento delle terre alte, ma anche esperienze vere e contenuti di valore per il turismo.
Intanto, è in fase di definizione un nuovo fondo a supporto del settore zootecnico, nell’ambito di un accordo tra il sistema del credito cooperativo e Cooperfidi. L’obiettivo è di attivare uno strumento di garanzia e agevolazione all’accesso al credito, rivolto in particolare alle imprese del comparto zootecnico, oltre che alle organizzazioni associative collegate. I finanziamenti saranno erogati avvalendosi di provvista messa a disposizione di Cooperfidi per un valore complessivo pari a 10 milioni di euro e pari al 36% del totale dei finanziamenti, che potranno quindi sviluppare un budget di oltre 27,5 milioni di euro. L'importo massimo del finanziamento è stato individuato in 1 milione di euro, salvo operazioni particolari da concordare caso per caso.
Guardando alla gestione del rischio per la zootecnia, è stato fatto il punto sulla polizza "Prato Pascolo Index Based" che si pone l’obiettivo di proteggere le aree prative e pascolabili alpine contro i rischi legati alle avversità climatiche, utilizzando un indice di produzione basato su dati satellitari ad alta risoluzione e parametri climatici locali. L’assicurazione parametrica permette di stimare le perdite di rendimento agricolo dovute ad avversità climatiche e di mitigare le conseguenze finanziarie negative, offrendo una soluzione innovativa ed economica. Strumento complementare alle polizze assicurative tradizionali, che tutela il reddito delle imprese zootecniche bovine da latte dai rischi di mercato, è il Fondo Ist Latte, con un numero medio di aziende aderenti nel biennio 2022-2023 di 643 unità, anche grazie al sostegno dell’Amministrazione provinciale.
Infine, Trentino Marketing continuerà a sostenere il settore attraverso campagne specifiche, con l’obiettivo di valorizzare l’alpeggio e la filiera lattiero casearia e favorire la sensibilizzazione di chi si interfaccia con il consumatore.

Anche nel 2024 sono state promosse “albe in malga” e altri appuntamenti specifici legati all’alpeggio e all'intera filiera lattiero - casearia, a partire dalla desmontegada, oltre a campagne online, sulla stampa e sulle reti televisive nazionali. Queste attività proseguiranno anche nel 2025.

“Ci aspetta un grande lavoro per un ulteriore sviluppo del settore: un percorso impegnativo rispetto al quale la formazione rappresenta un elemento centrale. Per questo, Fondazione Mach e Accademia d’impresa garantiranno il necessario sostegno, anche con appuntamenti promossi nei territori più distanti dai grandi centri” ha sottolineato l’assessore Zanotelli, affiancata dal dirigente generale dell'Umst Agricoltura Andrea Merz. “In questo contesto, l’Amministrazione provinciale continuerà a fare la sua parte e non farà mancare il proprio sostegno scommettendo su innovazione e tecnologia” ha aggiunto Zanotelli, spronando le realtà locali a una “rinnovata unità e collaborazione che deve mettere da parte liti e personalismi, guardando al bene degli allevatori e alla tenuta del comparto”.

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