Via libera ai primi due distributori di idrogeno del Trentino: in Autobrennero, alle aree Paganella
Un investimento per il futuro, con i fondi ministeriali del Pnrr: un giorno faremo rifornimento con nuovi motori che poi emettono solo acqua e vapore
TRENTO. Apriranno entro giugno 2026 due stazioni di rifornimento per i veicoli in transito sull'A22.Si tratta del primo tassello del progetto "di corridoio verde sui cui Autobrennero punta anche in ottica di rinnovo della concessione. I due nuovi impianti saranno realizzati nelle aree di servizio Paganella Est e Paganella Ovest, aggiungendosi a quello inaugurato a Bolzano Sud nel 2024, il primo in Italia per la produzione, lo stoccaggio e la distribuzione di idrogeno verde, ossia generato con il solo utilizzo di fonti di energia rinnovabili.
I futuri impianti trentini sono il secondo e terzo tassello di una strategia ambiziosa: obiettivo a lungo termine di Autostrada del Brennero è quello di realizzare un "Green Corridor" attraverso le Alpi, riducendo al minimo l'impatto sul delicato ambiente alpino. Gli investimenti nel settore dell'idrogeno sono l'architrave del progetto "corridoio verde". In proposito, A22 prevede di realizzare altri 6 impianti di distribuzione e 4 impianti di produzione del combustibile verde da fonti rinnovabili lungo i 314 chilometri da Brennero a Campogalliano, equamente dislocati in carreggiata Nord e Sud: autoporto Sadobre a Vipiteno; stazione autostradale di Bolzano Sud (accessibile dalla viabilità ordinaria); aree di servizio Nogaredo Est ed Ovest; Csa di Verona Nord (accessibile dall'esterno dell'autostrada); Campogalliano Est ed Ovest.
Per quanto riguarda gli impianti Paganella, si tratta di due delle 36 nuove stazioni ammesse al contributo concesso dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti con i fondi del Pnrr. Nei giorni scorsi è arrivata l'autorizzazione all'installazione da parte del Servizio Commercio della Provincia.
«L'apertura di questi due nuovi impianti di cui siamo molto orgogliosi - spiega l'amministratore delegato dell'A22 Diego Cattoni - è parte di una strategia di ampio respiro che stiamo implementando da tempo, volta a trasformare l'asse del Brennero in un corridoio verde a zero emissioni e zero incidenti».
Per quanto riguarda gli aspetti tecnici, l'impianto che verrà realizzato presso l'area di servizio Paganella Est, in direzione nord, sarà composto da 6 pile di idrogeno per un totale di 2.130 chilogrammi, stoccati in pacchi bombole. Leggermente più grande quello che troverà sede nell'area di servizio autostradale Paganella Ovest, in direzione sud, anch'esso composto da 6 pile di idrogeno per un totale di 2.400 chilogrammi. Entrambi gli impianti saranno dotati di sei compressori per lo stoccaggio dell'idrogeno nelle bombole e di quattro erogatori da due pistole ciascuno: sarà erogato idrogeno in forma gassosa sia per veicoli leggeri alla pressione di 700 bar sia per veicoli pesanti alla pressione di 350 bar.
Si tratta di un investimento "futuribile" visto che al giorno d'oggi il parco circolante di mezzi ad idrogeno è pari allo "zero virgola". L'uso di questo combustibile su larga scala è ancora piuttosto complicato, da un lato perché la maggior parte dell'idrogeno attualmente prodotto viene da fonti fossili e dunque non dà benefici alcuni dal punto di vista della riduzione delle emissioni inquinanti. Questo non è il caso dell'idrogeno verde da fonti rinnovabili degli impianti pensati per l'A22, ma resta il fatto che i processi di produzione richiedono grandi quantità di energia che non è sempre facile reperire.
Dal punto di vista dei costi per chi utilizza un veicolo ad idrogeno, un chilo di questo combustibile permette di percorrere circa 100 chilometri per un'autonomia di circa 600 chilometri. Il costo al chilometro risulta molto simile di quello a benzina/diesel. «l'unica via per rendere appetibile l'idrogeno come strumento per la trazione è quella di creare una rete di punti di rifornimento» spiega a proposito il direttore di tecnico di A22 Carlo Costa.