Pronto Soccorso, accessi ancora in crescita: 239.836, ovvero 657 persone al giorno, ma mancano i medici
Le cifre dell’anno: 6 pazienti su 10 non sono gravi, la maggior parte sono bambini. Ma dopo la «fuga» dei gettonisti, mancano almeno 20 dottori
NUMERI Troppi accessi impropri al pronto soccorso
CASI Il 4,68% di chi va al pronto soccorso, esce prima della visita
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TRENTO. Ancora una crescita. Ma, in questo caso, non è certamente una bella notizia. Nel corso del 2024 nei sette Pronto soccorso del Trentino ci sono stati in totale 239.836 accessi, ovvero 657 persone di media al giorno. La crescita dei pazienti rispetto al 2023 è stata del 4,4%.
A fare la parte del leone, il Santa Chiara, che con 94.198 pazienti curati vale da solo il 40,3% del totale. Ma a livello percentuale l'incremento maggiore lo si è avuto nel Pronto soccorso del Santa Maria del Carmine, che con 50.438 accessi (138 al giorno di media) è cresciuto del 7,3%. Il più stabile è invece quello di Tione, dove si è passati da 13.260 a 13.781, ovvero poco più di una persona al giorno in più di media.
Circa un paziente su dieci (25.105, ovvero il 10,5%) ha ricevuto un codice bianco (ovvero una visita non urgente), mentre quasi cinque su dieci (114.897, il 47,9%) un codice verde (visita con urgenza minore): insomma, 6 accessi su 10 (58,4%) sono stati per problemi non particolarmente seri.
Se si parla di Pronto soccorso non si può non parlare di tempi di attesa: i dati dicono che, sul totale provinciale, il 41,6% dei pazienti ha dovuto attendere solo 15 minuti, mentre il 26,7% è stato preso in carico, ovvero visitato, dopo un'ora. In numeri, 160.689 pazienti su 239.836 totali (67%) se la sono cavata in un'ora. A fronte di questo ci sono anche 27 mila persone che hanno aspettato pazientemente per più di 4 ore e altre 36 mila che sono rimaste in sala d'attesa per più di 2 ore.
Se questi sono i numeri delle attese sul totale degli accessi, da quelli correlati al codice emerge una certezza: se una persona va in Pronto soccorso ed è grave viene curata immediatamente.
Quasi 9 pazienti su 10 in codice arancione (visita urgente) vanno dal medico entro 15 minuti dall'ingresso, mentre nella totalità dei casi (99,8%) di codice rosso (visita immediata) il tempo di attesa è di 0 minuti. Tradotto, se una persona è molto grave la barella "vola" dentro l'ambulatorio.
Il Santa Chiara. Basti un dato per capire la centralità del reparto di Trento: nel 2024 ci sono stati 94.198 accessi, mentre la somma di quelli a Cles, Cavalese, Arco, Tione e Borgo dà 94.679. Insomma, il Ps del Santa Chiara vale come cinque Ps periferici. Rispetto al 2023 i pazienti sono cresciuti del 3%.
Ma se la percentuale appare minima, basti pensare che gli accessi medi al giorno sono passati da 250 a quasi 260. E dieci persone in più ogni giorno, in un reparto già sotto enorme pressione e con l'organico ridotto all'osso, fanno evidentemente la differenza. Nel 2022 gli accessi totali furono 86.979 (238 persone al giorno): in due anni, quindi, la crescita è stata dell'8,3%, con 7.219 pazienti in più.
Le fasce d'età. La maggior parte dei pazienti entrati nei sette reparti provinciali è nella fascia pediatrica: tra gli 0 e i 14 anni, infatti, sono state curati 36 mila bambini/ragazzi (15,5%). Tutte le altre fasce d'età sono più o meno equivalenti: al secondo posto c'è quella 55-64 anni (11,8%, 26.381 persone) e al terzo quella 25-34 e quella 75-84 anni (11,4%). Non mancano gli anziani: i pazienti tra gli 85 e i 94 anni sono stati 14.390 (6,5%).
La curiosità: medici e infermieri dei Ps hanno preso in carico anche circa 2 mila persone oltre i 95 anni. Arrivo e "destino". Oltre la metà dei pazienti si è recato al Ps con il proprio mezzo (136.459, il 56,9%), mentre 45.465 sono arrivati in ambulanza. Ben 1.538 sono invece arrivati via aerea, con l'elisoccorso: una media di 5 al giorno, ma in certi periodi dell'anno, come in questi giorni, si arriva spesso e volentieri in doppia cifra.
L'87% del totale (206.323 persone) è entrato in Ps "senza richiesta", mentre 11.894 con la carta del medico curante e 4.171 con quella della guardia medica. Infine il 76,5% dei pazienti (183.552) dopo le cure è stato rimandato a casa, mentre quelli ricoverati sono stati 23.248, il 9,7%. Chi se ne è andato volontariamente - cioè quando la scarsa pazienza è più forte del dolore fisico - rappresenta invece il 4,2% (10.164), mentre le persone decedute in Ps sono state 129, lo 0,1% degli ingressi.
Che fare? Nell'ultimo anno l'assessore Mario Tonina non ha mai nascosto la delicatezza della questione e la volontà di provare a risolvere i problemi. Alcune possibili strategie sono state messe in campo, ma con risultati - perlomeno - altalenanti.
Partiamo dall'Ambulatorio codici bianchi: vista la mole di "accessi impropri", si è provato ad attivare uno spazio per gestire le situazioni meno gravi, in modo da evitare le lunghe attese. Tuttavia alla fine l'Azienda sanitaria ha deciso di mettere in "stand by" il progetto: la motivazione ufficiale è quella di una scarsa adesione al bando, con la decina di medici iscritti che non è stata ritenuta sufficiente per partire con la sperimentazione due giorni alla settimana.
Un altro tentativo per tamponare le carenze è partito nelle scorse settimane: l'Apss ha infatti promosso «una ricognizione interna per l'acquisizione di disponibilità da parte di Dirigenti medici, dipendenti a tempo indeterminato dell'Azienda, con rapporto di lavoro a tempo pieno ed esclusivo, allo svolgimento di prestazioni orarie aggiuntive nel Pronto Soccorso dell'Ospedale S. Chiara». Insomma, è stato chiesto a colleghi di altri reparti di andare a dare una mano.
La "esca" utilizzata - al netto delle motivazioni solidali - è stata di tipo economica: ore straordinarie, i cosiddetti Poa (Prestazioni Orarie Aggiuntive), verranno pagate 100 euro all'ora. Per un turno di 12 ore, quindi, i "medici solidali" guadagneranno 1.200 euro.
La ricognizione è in corso e a breve si vedrà come è andata. Nel frattempo verrà nominato il o la primaria del reparto del S.Chiara: il concorso è in atto, sono arrivate 5 candidature, e nel corso del mese ci saranno i colloqui. Attualmente al timone c'è la dottoressa Michela Marchiori, che ha preso le redini come facente funzioni da un anno, in una fase estremamente delicata dopo l'addio di una colonna storica del Pronto soccorso come Claudio Ramponi.
Ancora, a proposito di accorgimenti economici: l'assessore Tonina ha recentemente detto che «ho grande attenzione per il Pronto soccorso, come dimostrano i 2 milioni di euro ad hoc stanziati per il personale, per tutto il personale, a tempo indeterminato e solo per quel reparto. Spero che questo sia anche un tassello dell'attrattività».
Infine, sempre a proposito di personale, è in svolgimento un concorso per la copertura a tempo pieno ed indeterminato di 20 posti in Medicina d'emergenza urgenza. Solo al Santa Chiara la carenza è di 10 medici, dopo che alcuni gettonisti se ne sono andati a seguito dell'abbassamento delle tariffe, scese ora a 85 euro l'ora.