Aree inquinate, Della Volpe risponde all'Appa: «La replica contiene significative contraddizioni che rafforzano la mia critica»
Botta e risposta fra il professore e l'Agenzia provinciale per la protezione dell'ambiente sui monitoraggi dei terreni contaminati nella zona interessata anche dal progetto del bypass ferroviario
INTERVENTO «Bypass e inquinanti nel sottosuolo, i dubbi restano»
REPLICA La Provincia rassicura: monitoraggi precisi e prima bonifica in corso
INCHIESTA La storia della Sloi: tutto ciò che bisogna sapere
TRENTO - Sulla situazione delle aree inquinati a Trento nord, botta e risposta fra l'Agenzia provinciale per la protezione dell'ambiente e l'esperto Claudio Della Volpe, già professore di chimica-fisica applicata all'Università di Trento, che in un intervento tre giorni fa aveva espresso perplessità sulla relazione con i dati sul bybass ferroviario di Trento che l'Appa ha appena aggiornato con le ultime rilevazioni, pubblicate l'8 gennaio, relative ai campionamenti di ottobre e novembre.
L'esperto aveva definito la relazione "frammentaria e incompleta", il giorno dopo la Provincia aveva replicato affermando che l'Agenzia "continua a garantire la massima trasparenza nella gestione dei monitoraggi ambientali, con particolare attenzione alla qualità delle acque sotterranee nell'area di Trento nord".
Ecco la controreplica del professor Della Volpe:
«Prendo atto della dettagliata risposta APPA ai miei commenti e li ringrazio; tuttavia la risposta contiene delle significative contraddizioni che rafforzano la mia critica:
APPA usa come esempio del proprio agire il piezometro 245; tale piezometro 245/PZ/AS08 viene considerato nella risposta come un esempio del processo di miglioramento sul benzene ottenuto tramite l'effetto della barriera idraulica applicata alla zona carbochimica; sfortunatamente tale piezometro è posto ad OVEST dei binari e dunque in lato SLOI e il senso da dare ai risultati ottenuti potrebbe essere diverso da quello sostenuto da APPA; in particolare:
A) il fatto di misurare il benzene (inquinante dipendente da carbochimica) in lato SLOI o comunque ad ovest dei binari e attribuire la variazione alla barriera idraulica carbochimica vuol dire accettare che i binari e la loro infrastruttura NON costituiscono una barriera per gli inquinanti e che dunque anche la attuale zona binari è ampiamente inquinata come sostenuto anche da me e da altri esperti indipendenti ed è dunque DI FATTO interna all'area del SIN; non solo, se questo è vero allora il passaggio degli inquinanti potrebbe essere avvenuto anche in direzione opposta, ma gli inquinanti SLOI (il piombo organico) non sono mai stati cercati in zona carbochimica o almeno non sistematicamente
B) le misure in tale piezometro che è dal lato SLOI- ovest dei binari NON hanno riguardato MAI fino al 2021 il piombo organico nelle sue varie forme (simbolo NA, ossia NON ANALIZZATO) , ma tali misure sono state effettuate solo dal 2022 in POI (simbolo n. r. non rilevato) ed hanno dato saltuariamente risultato positivo; questo dimostra come dicevo che l'approccio usato non è stato sistematico ma è dipeso dalle circostanze, come da me sostenuto nella critica
C) APPA rivendica sempre l'esistenza di una barriera idraulica lato carbochimica, barriera della quale non si conoscono pubblicamente i dettagli: la barriera idraulica nel sito gemello di Fidenza ha costituito la principale spesa nelle attività di bonifica effettuate da quel comune e nei decenni che sono stati necessari la spesa è ammontata a milioni di euro; sarebbe d'uopo avere tali "dettagli" anche nella zona SLOI-Carbochimica per valutarne l'efficacia visto che la barriera è rivendicata da prima del 2000», conclude Della Volpe.