«Situazione non più tollerabile»: stato di agitazione dei lavoratori al Muse
Fp Cgil e Uiltucs: stanchi di vedere ridotte ferie e permessi e decurtate le buste paga per inadeguatezza organizzativa
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TRENTO - Al Muse tornano a galla le problematiche riguardanti le condizioni dei lavoratori, un tema ricorrente negli ultimi anni. Oggi, domenica 19 gennaio, i sindacati fanno sapere che lavoratori e lavoratrici delle coop proclamano lo stato di agitazione
Fp Cgil e Uiltucs affermano che lo scenario è svilente delle competenze mentre i contratti collettivi vengono puntualmente disattesi.
«Cambiano gli appalti, cambiano i direttori ma le condizioni delle lavoratrici e dei lavoratori in appalto del Muse restano sempre le stesse. Da mesi ormai, con l’ingresso delle due nuove coop, Le Nuvole e Gruppo Pleiadi, vincitrici del lotto 1 dell’appalto per i servizi educativi, di animazione e custodia, questi addetti non raggiungono il monte ore contrattuale», si legge in un comunicato stampa diffuso oggi.
«In buona sostanza - prosegue la nota - lavorano meno di quanto dovrebbero. Così “per far tornare i conti” l’ammanco viene o non pagato riducendo lo stipendio mensile contrattuale o prelevato in modo non concordato da ferie e permessi e per giunta le ore non retribuite rimangono comunque a debito in busta paga».
Un comportamento giudicato «non più tollerabile» per i lavoratori che per questa ragione, insieme a Fp Cgil e Uiltucs che li rapprensentano, hanno proclamato lo stato di agitazione.
«Stiamo assistendo a un uso indebito della flessibilità negativa – denunciano Alberto Bellini e Federico Vitti di Fp Cgil e Stefano Pichetti e Anna Boneccher della Uiltucs e tale dinamica porta a un generale mancato rispetto del monte ore contrattuale individuale delle lavoratrici e dei lavoratori che produce a livello mensile una riduzione del tempo lavoro importante, a maggior ragione in quanto tale differenza non viene retribuita esponendo così a difficoltà economiche sistematiche i dipendenti».
In questa situazione, che - spiegano i sindacati - crea peraltro numerose disparità tra lavoratrici e lavoratori anche sulle base semplicemente delle loro competenze o peggio del loro genere, si aggiunge la decisione «paradossale» di continuare, da parte delle coop, ad assumere nuovo personale.
A ciò, prosegue la nota stampa, si sommano ulteriori aspetti di criticità organizzativa, come la gestione dei turni di lavoro che vengono comunicati con un anticipo minimo rendendo molto spesso impossibile ogni programmazione con impegni conciliativi e di dimensione personale.
«Viene anche sistematicamente disatteso l’accordo su sabati e domeniche lavorative: ogni addetto dovrebbe averne libero uno ogni quattro. Molte spesso accade però che gli venga richiesto di rientrare all’ultimo momento, con la conseguente perdita del riposo festivo concordato.
Una situazione particolarmente spinosa riguarda gli educatori, le figure professionali con competenze maggiori a cui sono affidati compiti di gestione del rischio antincendio sui piani del Muse, sgravandoli delle mansioni educativo-didattiche, svilendone dunque la professionalità, ma con il ricatto che senza questo evidente demansionamento si ridurrebbe ulteriormente il monte delle ore lavorabili e quindi retribuite.
Per una parte del personale adibito alla custodia, invece, è stato disposto il passaggio ad una fascia di inquadramento superiore, al fine di poter svolgere mansioni di animazione, ma al contempo continuando ad utilizzare parte del monte ore lavorativo in continuità con le mansioni di custodia precedenti.
Una situazione complessa che i lavoratori e le lavoratrici sono stanche di sopportare tanto che le dimissioni di lavoratori esasperati non sono affatto cessate. Abbiamo cercato di appianare le criticità confrontandoci con le cooperative, ma senza alcun risultato. A questo punto siamo pronti ad intraprendere ogni azione necessaria perché venga rispettato il contratto e i diritti dei dipendenti», concludono i sindacalisti.
[nella foto, un momento di protesta degli addetti al muse, l'anno scorso]