Rotaliana / Il lutto

«Sara Piffer era una studentessa modello: impegnata, appassionata e gentile»

Il ricordo delle insegnanti dell’istituto Martino Martini di Mezzolombardo, dove conseguì la maturità con cento e lode la giovane ciclista travolta e uccisa da un'auto ieri mattina. Le parole della prof Monica Bagozzi: «Ho ancora negli occhi il suo sorriso, la sua positività. Era una ragazza impegnatissima, ben voluta da tutti»

L'INCIDENTE La giovane ciclista Sara Piffer travolta e uccisa mentre si allena
RABBIA La Fci: «Necessario tutelare i ciclisti, basta parole, ora i fatti»
TALENTO Una promessa, due volte campionessa trentina

di Patrizia Todesco

TRENTO - Sara Piffer non era solo una campionessa di ciclismo ma anche una bravissima studentessa. L'anno scorso si era diplomata all'istituto Martino Martini di Mezzolombardo con 100 e lode. Una grande soddisfazione per lei e per la sua famiglia, ma anche per gli insegnanti che l'hanno accompagnata nel suo percorso scolastico.

Una studentessa modello, dicono di lei, di quelle che tutti gli insegnanti vorrebbero avere in classe. La professoressa Monica Bagozzi, docente di Economia aziendale, ha di Sara un ricordo bellissimo.

«Ho saputo della tragedia nel pomeriggio e sono davvero addolorata. Ho ancora negli occhi il suo sorriso, la sua positività. Era una ragazza impegnatissima, ben voluta da tutti».

La professoressa Bagozzi, che nella classe di Sara insegnava per ben 10 ore a settimana, ricorda perfettamente quando, il venerdì, lei le chiedeva di dare subito i compiti in modo da poterli svolgere subito ed essere poi libera di allenarsi.

«Era la prima a consegnarli e io la prendevo sempre come esempio positivo. Perché nonostante l'impegno sportivo, le tante ore di allenamento, lei non tralasciava mai lo studio. Mi sembra di vederla, davanti a me, con i suoi occhioni dolcissimi, sempre attenta durante le lezioni. Quando sua mamma veniva ad udienza io le dicevo sempre: "Sara è un angelo. Se me la lascia la clono". Parole scherzose, ma era la verità. Era bellissimo averla in classe».

Anche alla maturità Sara aveva confermato le sue qualità di studentessa. Ammessa con un ottimo punteggio, aveva dato il meglio di sé sia agli orali che agli scritti.

«Io non c'ero agli esami, ma la mia materia era tra quelle delle prove scritte e lei aveva ottenuto il massimo punteggio. Era stata una grande soddisfazione anche per me. Una conferma. Lei certamente meritava di uscire con successo dal suo percorso scolastico. Le avevo consigliato di iscriversi all'università, perché certamente non avrebbe avuto problemi, ma lei mi aveva detto che quest'anno avrebbe preferito concentrarsi sullo sport. Ma poi sicuramente lo avrebbe fatto. Aveva del potenziale».

Anche la professoressa Agnese Astuti, insegnante di Letteratura e Storia, ha bellissime parole per Sara.

«Di lei ricordo soprattutto la sua dolcezza e gentilezza, oltre che il suo essere una studentessa diligente, impegnata e appassionata. In classe i compagni mandavano avanti sempre lei per le prime interrogazioni. Sicuramente era una ragazza portata per lo studio, con un particolare spirito critico, capace di riflessioni nella mia materia che in un istituto tecnico non sono così scontate. Ricordo che il giorno dell'orale, alla maturità, aveva sostenuto un esame davvero brillante. Anche i commissari esterni erano stati piacevolmente sorpresi dalla sua esposizione e subito avevano convenuto che la ragazza era da lode». E poi Sara sapeva farsi voler bene.

«I suoi compagni chiedevano sempre di poter ripetere con lei e Sara non diceva mai di no. Era sicuramente un punto riferimento». Tra i ricordi anche il progetto di educazione civica per il quale avevano scelto di girare uno spot sullo sport che rende tutti uguali, dove a fare la differenza è l'impegno e sacrificio. «Un argomento che Sara aveva proposto e che con entusiasmo i compagni avevano approvato. Il giorno in cui lo spot era stato girato Sara era arrivata con la sua bici e la sua divisa da ciclista ed era stato un bel momento per tutti».

comments powered by Disqus