Politica / Partiti

Il Patt riconferma Marchiori, resta a destra ma dice «no a chi ci usa solo per fini elettorali»

Al congresso «avanza» la corrente Bosin, Franco Panizza presidente, in platea Silvano Grisenti. E alle prossime elezioni «la presidenza della Provincia»

TRENTO. La giornata dell'orgoglio autonomista, degli iscritti che fanno quadrato contro chi «usa il partito a soli fini elettorali», delle promesse per un futuro in cui «saremo aperti ad altri, ma senza fretta» - che il passato ha scottato i più - si è chiusa come ci si immaginava. Il Patt che prova a fare i primi passi verso il rinnovamento resta saldamente nelle mani di Simone Marchiori. Che promette: per il post Fugatti, le Stelle alpine lavorano per esprimere il presidente del Trentino.

I voti. Come detto, nessuna sorpresa se non, quella forse sì, l'entità dell'impatto che è riuscita ad avere la sfidante Maria Bosin: 122 voti lui a 67 per lei su 190 voti (una bianca), più o meno 64% a 35%. Un tesoretto che pur lasciandola fuori dal cono di luce dei vertici del partito, la rende punto di riferimento per una nascente corrente sociale di cui gli autonomisti, se vogliono essere davvero partito di raccolta blockfrei, hanno pure bisogno. Restando ai voti, sulla medesima linea quelli per i vicesegretari: vincono Mariuccia Cemin e Leopoldo Fogarotto, 120 voti, collegati alla lista Marchiori. Sconfitti Mattia Lusente e Mauro Fiamozzi, 69 voti, collegati alla lista Bosin. Combattuta la presidenza: 98 voti a Mauro Verones, 90 a Roberta Bergamo, entrambi commossi durante la loro relazione, 182 voti al vicepresidente Paolo Gabrielli.

In sala Franco Panizza spinto dalla standing ovation a ruolo di presidente onorario, e la presenza di Silvano Grisenti che dichiara: «Nel Patt mi sento a casa». 

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