Gianmoena ricorda ai sindaci che l’adesione al nuovo consorzio rifiuti è obbligatoria
l presidente del Consiglio delle autonomie locali prova a fare chiarezza nel confronto (con molte voci contrarie) sul futuro sistema di gestione del ciclo dei rifiuti su tutto il territorio trentino. «Il dibattito di questi giorni nei consigli comunali va bene, ma ognuno ha il proprio ruolo e alla fine dei conti le
norme stanno sopra a tutti. I sub ambiti sono una vittoria»
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TRENTO - «Noi dobbiamo muoverci dentro la legge». «Ogni idea è legittima, ma ognuno ha il proprio ruolo». Ancora: «Per me comuni e consigli comunali devono sempre essere protagonisti, è bello che si dibatta, ma alla fine la norma sta sopra».
Parole di Paride Gianmoena, presidente del Consiglio delle Autonomie locali, che prova a mettere chiarezza sulla questione Egato Trentino, perché alcune imprecisioni a riguardo, in questi giorni, le ha lette e sentite. Per chiarire non parla di politica e non parla nemmeno (o, almeno, solo in parte) di rifiuti. Parla di norme e leggi.
«La costituzione di Egato è una norma della legge provinciale. Una norma datata agosto 2023 (l'assessore competente era Mario Tonina): poiché sindaci, assessori comunali e in generale consigli comunali non sono organi legislatori - possono fare regolamenti e convenzioni, ma dentro la cornice di una norma di legge - e poiché nella legge si parla di un consorzio ad adesione obbligatoria, ecco spiegato perché i voti comunali non cambiano le carte in tavola. I sindaci la loro "battaglia" l'hanno già vinta, con l'introduzione nella legge della possibilità di creare i cosiddetti sub ambiti per la fase di raccolta dei rifiuti, inizialmente non previsti, che rappresentano una valorizzazione delle eccellenze dei singoli territori. E un'altra vittoria, dei territori, dell'autonomia e del Trentino tutto, è l'assemblea che "governerà" Egato: sarà a 18 membri - Comune di Trento, Comune di Rovereto, uno per ogni Comunità di valle e la Provincia - e ognuno avrà lo stesso peso. Si era pensato di "calcolare" l'importanza a seconda della popolazione o della produzione di rifiuti, ma alla fine si è deciso così. Anzi, in tal senso ammetto un mio errore tecnico e mi scuso con Garniga, Aldeno e Cimone, che sono escluse dall'assemblea, ma stiamo valutando come garantire la loro rappresentanza».
E quindi il Primiero peserà come Trento o come la Provincia. Riassumendo: i consigli comunali possono dire se sono d'accordo o meno, possono legittimamente dibattere ed esprimere il loro pensiero, ma la loro adesione ad Egato Trentino è obbligatoria.
Altra questione: in caso di "no" i comuni "dissidenti" verranno commissariati? Anche in questo caso a parlare è la norma provinciale: nella legge (su Egato) non viene specificata una modalità di commissariamento, e quindi la risposta è nella legge regionale generale. Quindi, ma solo per le attività legate al tema dei rifiuti, per chi non è d'accordo con l'adesione al consorzio partirebbe la procedura, con l'iniziale diffida e poi i tempi tecnici per gli adempimenti. Insomma, se la scadenza è quella del 7 febbraio perché i consigli comunali si esprimano, non ci saranno commissari reggenti al posto dei sindaci a partire dall'8 febbraio. L'iter, quindi, prosegue. Dopo la firma sulla convenzione tra Provincia, Comuni e Comunità per la gestione integrata e la progettazione dell'impianto di chiusura della filiera («Attenzione: nella convenzione c'è scritto che Egato propone la localizzazione e propone la tecnologia migliore. Non c'è scritto che le approva», sottolinea ancora Gianmoena) del 23 dicembre scorso, nei giorni scorsi la palla è passata ai vari consigli comunali: nonostante quasi due anni di dibattiti, riunioni, commissioni e incontri, sono emersi molti dubbi e perplessità. E in molti hanno detto no, votando in maniera contraria.
I consigli comunali di Capriana, Cavalese, Panchià e Valfloriana hanno "alzato la mano" contro la convenzione, in val di Sole è un "ni" (vedi articolo a pagina 30), Tenna e Calceranica si sono astenute, mentre Trento e Pergine hanno votato favorevolmente, anche se la discussione non è mancata. Ma questi voti cambieranno qualcosa? La risposta è semplice: no. Perché lo dice la legge.