In Trentino mancano 450 infermieri, mozione del Pd: “Subito un tavolo di lavoro”
Il lavoro risulta essere poco attrattivo anche per via dei salari: quelli dei medici sono più bassi rispetto alla media Ocse del 4%, mentre quelli degli infermieri lo sono del 19%
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TRENTO. Mozione in quattro mosse per ovviare alla carenza di infermieri in Trentino e "garantire attrattività della professione e del relativo percorso formativo". La proposta è del consigliere provinciale del Partito Democratico Paolo Zanella, che conta in una discussione già nel corso della settimana. Nel documento che accompagna la proposta, l'esponente della minoranza cita i dati della Corte dei conti secondo la quale in Italia mancano 65.000 infermieri, Paese che, secondo l'Ocse, ha anche meno infermieri ogni mille abitanti rispetto alla media comunitaria: 6,4 contro 8,4. I laureati che svolgono questa professione lungo lo Stivale sono 16,4 ogni 100.000 abitanti a fronte di una media europea di 44,9.
Zanella cita i dati dell' Ordine che segnala una carenza in Trentino di 450 unità, malgrado una media superiore a quella nazionale (7,8 infermieri per mille abitanti). Il lavoro risulta essere poco attrattivo anche per via dei salari: quelli dei medici sono più bassi rispetto alla media Ocse del 4%, mentre quelli degli infermieri lo sono del 19%. La leva economica non sembra peraltro essere determinante, perché, insiste il consigliere del Pd ricorda, la Provincia di Bolzano, che sostiene gli studenti del corso di laurea in infermieristica con 15 euro per ora di tirocinio a partire dallo scorso anno accademico (22.500 euro nei tre anni), ha ottenuto un aumento del 20% delle iscrizioni, ma "nell'anno accademico 2024/2025 hanno coperto solo 112 su 150 posti".
La mozione impegnerebbe la Giunta a "istituire in tempi brevi un tavolo di lavoro" con Ordini professionali, Università, Consulta provinciale per la Salute e sindacati e l'Apran ad accelerare la "revisione dell'ordinamento professionale del comparto sanitario, per garantire maggiore attrattività alle professioni".
Gli altri due punti riguardano il confronto fra i contratti di lavoro del comparto trentino e altoatesino "per valutare la necessità di adeguamenti al fine di arginare il gap di attrattività con la vicina provincia di Bolzano" e maggiori investimenti "nell'orientamento scolastico verso le professioni di cura sanitarie".