Fauna / Scontro

Abbattimento di lupi e «quote caccia»? Non c'è alcuna norma europea che lo autorizzi, dice la Lav

Gli animalisti insorgono contro Ispra: «Sono quote senza valore, servono solo a far contenti cacciatori e allevatori. Ma la direttiva Habitat è saldamente in vigore»

ISPRA Da tre a cinque esemplari all'anno
IL FATTO Quattro lupi trovati morti a Barco

AZIONI L'odore del lupo per tenere lontano il lupo
I DATI Grandi carnivori, nel 2023 in Trentino 98 orsi e 200 lupi 

TRENTO. Va bene il voto «di opinione» espresso dal Consiglio europeo, ma al momento non vi è alcuna norma approvata ed in vigore che autorizzi a diminuire la protezione dei lupi in Europa, e la normativa della direttiva Habitat è ancora pienamente vigente: lo ricorda la Lav, Lega Anti Vivisezione.

«Apprendiamo che ISPRA, l’Istituto Superiore Protezione e Ricerca Ambientale, fortemente sollecitato dal Ministero dell’Ambiente, ha presentato dei protocolli tecnici in cui sarebbero fissate delle quote massime di uccisioni di lupi suddivise per Regione e per le Province autonome di Trento e Bolzano. In base al censimento nazionale della popolazione italiana di lupi svolto nel 2021, le uccisioni sarebbero applicabili su una percentuale tra il 3 e il 5%, dunque tra 100 e 160 lupi sui circa 3.300 presenti nella penisola» dice l’associazione protezionista. «Queste presunte "quote” servono solo a far contenti allevatori e cacciatori che non tollerano la presenza dei lupi» – dichiara Federico Crisetig, Area Animali Selvatici LAV – «è un crudele imbroglio patrocinato dal Ministero dell’Ambiente, che dovrebbe invece concentrarsi sulla promozione delle tecniche per mitigare l’impatto delle attività umane su questi predatori e sulla valorizzazione della loro presenza nel territorio nazionale».

Tuttavia, ricorda Lav, «nulla è cambiato dal punto di vista della tutela rigorosa che deve essere assicurata ai lupi nel nostro Paese. Fin dal 1992, anno di approvazione della Direttiva Habitat, è possibile uccidere i lupi ricorrendo alle deroghe concesse dalla stessa Direttiva attraverso l’articolo 16, che richiede però tre condizioni per esercitare la deroga al divieto di uccidere qualsiasi animale che goda della suddetta tutela: non basta che lo stato di conservazione della sua popolazione sia ritenuto soddisfacente, ma l’uccisione deve risultare necessaria per risolvere specifiche e gravi problematiche e, soprattutto, non devono esistere misure alternative valide per risolvere tali criticità, che invece, come tutti sappiamo, esistono e sono estremamente efficaci.

Infatti, è lo stesso ISPRA a chiarire che esistono tali vincoli estremamente rigidi per le Regioni e le Provincie autonome ribadendo la necessità di implementare politiche di prevenzione e mitigazione del danno incruente, o di migliorare le strategie già attuate».

«Nessun via libera alla strage di lupi, almeno fino a quando saranno rigorosamente protetti dalla normativa comunitaria» ha aggiunto Crisetig di LAV.

«Purtroppo, com’è noto, lo stato di protezione del lupo è già stato indebolito ai sensi della Convenzione di Berna lo scorso dicembre, ma tale modifica normativa non è ancora stata recepita nella Direttiva “Habitat” dell’Unione Europea continuando così a garantire la massima tutela del lupo.

Ad ogni modo, la volontà di sparare sui lupi non è altro che un’irricevibile posizione ideologica, infatti la sua efficacia nel limitare il loro impatto sulle comunità umane è ampiamente messa in dubbio dalla letteratura scientifica specialistica, diversamente dalla comprovata efficacia delle tecniche non letali, e la stessa Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) ha chiarito che tale misura difficilmente appianerà il conflitto socioeconomico legato alla presenza di questi predatori.

LAV, in collaborazione con Eurogroup for Animals coalizione di associazioni europee di cui è parte, sta osteggiando in ogni modo l’abbassamento della tutela dei lupi in Europa e si opporrà fermamente a qualunque inutile e ingiusto decreto di uccisione di questi animali».

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