Il processo/Infiltrazioni

'Ndrangheta in Trentino, udienza rinviata al 18 luglio: 15 imputati nel filone politico-amministrativo

La decisione della gup Elsa Vesco per consentire alle parti di prendere visione della costituzione delle parti civili: Cgil e Cisl, un lavoratore cinese, Altro Trentino e Avvocatura dello Stato

TRENTO. La gup Elsa Vesco ha rinviato al prossimo 18 luglio l'udienza per il vaglio delle posizione di 15 imputati nell'ambito del filone politico-amministrativo dei procedimenti scaturiti dalle indagini sulle infiltrazioni dell'ndrangheta nel settore del porfido in Trentino.

La decisione è stata presa dalla giudice per permettere alle parti di prendere visione degli atti di costituzione delle parti civili, che non sono ancora state ammesse. Si tratta, in particolare, di quanto depositato dai sindacati Cgil e Cisl, da un lavoratore di origine cinese, da Altro Trentino e dall'Avvocatura dello Stato.

I reati contestati dalla Procura di Trento nel procedimento vanno dallo scambio elettorale politico-mafioso alla detenzioni di armi, dal favoreggiamento all'immissione in circolazione di banconote false, dalla rivelazione di atti d'ufficio all'associazione mafiosa. Delle diciassette posizioni iniziali per cui la Procura ha esercitato l'azione penale, una è venuta meno per un patteggiamento, mentre un'altra è stata stralciata in ragione dello stato di salute di uno degli indagati. Un primo rinvio c'era stato lo scorso 17 ottobre a causa della mancata notifica del procedimento a due imputati. 

Ndrangheta in Trentino, udienza rinviata al 18 luglio: parlano due avvocati degli imputati

Ndrangheta in Trentino, udienza rinviata al 18 luglio: parlano due avvocati degli imputati. Il primo è l'avvocato Luca Pontalti, il secondo Giuliano Valer

Per quanto riguarda, invece, le posizioni al vaglio della gup, la Procura di Trento ha contestato il reato di scambio elettorale politico-mafioso a Domenico Morello (già condannato a dieci anni nel primo filone processuale), all'ex sindaco di Frassilongo Bruno Groff, all'ex parlamentare Mauro Ottobre e all'ex sindaco di Lona Lases Roberto Dalmonego. A Pietro Denise e Saverio Arfuso (anch'essi condannati nel primo filone), si contesta il reato di detenzioni di armi e munizioni, mentre l'immissione di banconote false è contestata a Mustafà Arafat e Francesco Favara. Per omissioni di soccorso e favoreggiamento, sono imputati i carabinieri Roberto D'Andrea, Nunzio Cipolla e Alfonso Fabrizio Amato. Ad Amato è contestato anche il concorso esterno in associazione mafiosa, mentre il carabiniere Luigi Sperini è imputato per rivelazione di atti d'ufficio. Infine, l'accusa di associazione mafiosa è contestata a Filippo Gioia, Vittorio Giordano e ad Alessia Nalin (ritenuta concorrente esterna).

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