Demografia / L’analisi

Spopolamento nelle valli, negli anni settanta andava peggio di ora

Se si guarda alle comunità di valle, solo due non sono cresciute, in 50 anni: il Primiero e gli Altipiani Cimbri, dove evidentemente la crisi non è nata oggi

LO STUDIO Trentino, nel 2040 popolazione in caduta libera
PROVINCIA Fino a 80mila per ristrutturare in 33 comuni trentini

di Chiara Zomer

TRENTOUn contributo fino a 80mila euro per la ristrutturazione di una casa dove spostare la residenza e 20mila euro come aiuto all'acquisto. Tutto a fondo perduto. Questa l'idea della giunta provinciale, che ha illustrato l'altro giorno l'ossatura del provvedimento. Ma a chi vanno questi soldi, per un plafond di 10 milioni di euro? A chi vivrà nei comuni condannati dalla demografia.

Ma non a tutti: sono 42 i comuni con meno residenti ora rispetto a 20 anni fa, ma solo 33 sono coinvolti nella misura: quelli turistici sono fuori. Nell'attesa di capire chi riuscirà ad infilare il proprio comune nella lista di quelli toccati dal provvedimento, facciamo due conti.

Le valli resistono

Intanto, un dato: lo spopolamento è un tema da anni Settanta, soprattutto. In quegli anni è iniziata la spinta verso le città. Eppure se si guarda alle comunità di valle, solo due non sono cresciute, in 50 anni: il Primiero e gli Altipiani Cimbri, dove evidentemente la crisi non è nata oggi.

Tra il 1973 e il 1983 dalle parti di Luserna, Folgaria e Lavarone (presi tutti assieme), si è perso l'8,5% della popolazione (oggi siamo a -9,1% da allora). Diverso il discorso per il Primiero: vero che negli anni Settanta è iniziato il trend, ma il colpo finale è arrivato nell'ultimo decennio (-6,3% solo tra il 2013 e il 2023: oggi siamo a -7,3%).

Le altre valli paiono star bene

Meglio di come le vorrebbe la narrazione che le vede costantemente a rischio. Qualche esempio: dopo il crollo degli anni '70 (-2,5%), Valsugana e Tesino ha recuperato bene: oggi è a +9,6%, rispetto a 50 anni fa. Idem la Valle di Cembra, -4,5% tra il '73 e l'83, ma tra il '73 e il '23 balza a +3,4%. Come la val di Non (-2,2% negli anni Settanta, da allora ad oggi +10,6%), e ancora più indicativi gli esempi della Paganella (-1,7% nei Settanta, +16,7% dal '73 al '23) e Valle dei Laghi (-2,2% nei Settanta, +39,3% dal 1973 al 2023).

Le terre alte

Certo negli anni settanta la gente è scesa a valle. Basti incrociare la fascia altimetrica con la popolazione trentina. Nel 1961 solo il 42,7% viveva sotto i 250 metri slm, oggi è il 51,1%; tra i 251 e i 500 mslm erano il 12,6% ora sono il 13,2%, tra i 501 e i 750 mslm erano il 23,2% ora sono il 19,7%, tra i 751 e i 1000 mslm erano il 13,6% ora sono il 9,9%, oltre i mille erano il 7,9%, ora sono il 6,1%. Ma in termini assoluti, dopo il 1990, la gente è rimasta in montagna: sopra i 750 metri, per dare un dato, vivono oggi 87.229 persone, 7.605 in più rispetto al '91.Sguardo sui Comuni.

Nella tabella a lato ci sono i comuni che, negli ultimi 20 anni, hanno perso popolazione. Se si allarga agli ultimi 50, i municipi più in difficoltà in assoluto sono Luserna (-50,7%), Palù del Fersina (-50%), Terragnolo (-45,8%), Castello tesino (-41,8%), Valfloriana (-41,5%), Sagron Mis (-39,8%), Cinte Tesino (-39,5%), Canal san Bovo (-36,9%), Bresimo (-36,6%), Castel Condino (-36,4%). Si sono ingranditi al contrario Mazzin (66,4%), Civezzano (67%), Pergine (70%), Tenna (73,2%), Dro (+73,7%), San Michele (+81,1%), Pomarolo (+85,7%), Besenello (+86,3%), Caldonazzo (+88,4%) e Calliano (+100%).