Si intasca il Tfr, assolto: per la Corte dei Conti non c’è stata distrazione
Non c'è stato alcun danno erariale: è la conclusione a cui è giunta la Sezione giurisdizionale, che ha accertato che quel denaro altro non era che l'anticipo del trattamento di fine rapporto
TRENTO. Dal tesoriere dell'amministrazione per cui lavorava si era fatto accreditare 24mila euro. Somma distratta senza giustificato motivo: questa è l'accusa mossa ad un funzionario di un comune trentino dalla procura della Corte dei conti, che ha indagato sul caso a seguito della segnalazione del segretario dell'ente.
Ma non c'è stato alcun danno erariale: è la conclusione a cui è giunta la Sezione giurisdizionale, che ha accertato che quel denaro altro non era che l'anticipo del trattamento di fine rapporto.
Il dipendente, ora in pensione, attraverso l'avvocato Luca Pontalti ha spiegato che, per esigenze familiari, nel novembre del 2020 aveva formalizzato la richiesta di anticipo del Tfr, protocollata dal Comune e oggetto, nello stesso mese, di un provvedimento del Consiglio comunale per una variazione di bilancio di pari importo. Il funzionario aveva poi chiesto al tesoriere la liquidazione della somma per il mese di dicembre, assieme allo stipendio.
Come evidenziato dalla Sezione giurisdizionale della Corte dei conti, il tesoriere aveva pagato a favore del funzionario l'importo come da quietanza, anche se era emersa un'anomalia a livello contabile. Tuttavia dalla cronologia dei fatti il collegio ha ritenuto che non possa essere contestato all'ex dipendente comunale un comportamento distrattivo, «ancorché non sia stata riscontrata corrispondenza tra la quietanza di tesoreria e il cedolino paga del mese di dicembre 2020».
Dunque il funzionario, ora in pensione, «ha legittimamente percepito l'anticipazione del Tfr sulla base di formale e motivata istanza, di un provvedimento di concessione/erogazione del beneficio richiesto e del conseguente pagamento di tesoreria».
«Non può quindi ritenersi fonte di danno erariale l'erogazione dell'anticipazione del Tfr - si legge nella sentenza - il cui importo (euro 24.000) sarà ovviamente decurtato dal Tfr definitivo nel momento in cui sarà pagato a omissis».