Giustizia / Il caso

“Evaso dai domiciliari”. “No vi sbagliate, stavo tagliando il prato”

Il giovane, assistito dall'avvocato Marco Vernillo, verrà giudicato con rito abbreviato condizionato alla testimonianza del vicino di casa, un medico, che gli aveva prestato il trattore

TRENTO. Un 32enne, ai domiciliari per furto di energia elettrica (si era allacciato al contatore dell'edificio accanto), è nuovamente finito nei guai per evasione: per ben due volte non avrebbe risposto ai carabinieri che bussavano alla porta di casa per verificare se fosse presente. Gli episodi contestati risalgono a maggio 2022 ed erano avvenuti a distanza di pochi giorni.

Come i carabinieri avevano evidenziato all'autorità giudiziaria, i controlli erano stati senza esito e dunque la persona controllata risultava evasa, in quanto si era allontanata senza permesso. L'imputato, che è stato rinviato a giudizio, ha però un'altra versione dei fatti. Sostiene di non essersi mai allontanato dalla casa, una villa circondata da un grande giardino, spiegando che - semplicemente - non avrebbe sentito suonare il suo cellulare (il citofono era rotto in quei giorni).

La prima volta, come scrive in una memoria, stava tagliando l'erba con il trattorino che un vicino gli aveva prestato. Un'operazione che sarebbe durata l'intera mattinata del sabato, giorno deputato alla cura della casa: in quelle ore aveva lasciato il telefono nell'abitazione.

Riguardo al secondo episodio, il 32enne riferisce che si era addormentato dopo aver preso un potente ansiolitico; il farmaco gli aveva impedito di sentire sia il cellulare che suonava che i colpi che i carabinieri avevano battuto alla porta ed alle finestre.

Il giovane, assistito dall'avvocato Marco Vernillo, verrà giudicato con rito abbreviato condizionato alla testimonianza del vicino di casa, un medico, che gli aveva prestato il trattore.