In Trentino sarà possibile abbattere al massimo cinque lupi
Lndc Animal Protection diffonde la tabella dell'Ispra, due gli esemplari che si potranno uccidere invece in Alto Adige. In Italia ad oggi si stima la presenza di 3.253 lupi, oltre due terzi sugli Appennini e se ne potranno rimuovere fino a 163. Ma pende anche un ricorso sul calo della protezione della specie a rischio, deciso dalla Ue su spinta della presidente Ursula von der Leyen
IL CRIMINE Quattro lupi trovati morti in Valsugana
AZIONI L'odore del lupo per tenere lontano il lupo
TRENTO - In Trentino Alto Adige, secondo la tabella dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) diffusa dalla Lndc Animal Protection, si possono abbattere un massimo di sette lupi: fino a cinque in provincia di Trento e fino a 2 in quella di Bolzano.
L'attuale popolazione italiana di lupi è stimata in 3.253 esemplari con una concentrazione elevata nelle regioni appenniniche (2.557) e una più limitata in quelle alpine (952).
Le stime dicono che in Trentino vive il 3% dei lupi ipotizzati sul territorio nazionale, circa un centinaio, mentre in Alto Adige sarebbero poco più di una trentina.
Gli abbattimenti (fra i 98 e 163 in tutta Italia) sono previsti solo se la specie non rischia l'estinzione e, nel caso dei lupi, i numeri sono poco sopra la soglia di sopravvivenza.
"Purtroppo, è ormai evidente quanto il governo e la politica, in testa in Italia, siano dichiaratamente nemici della fauna selvatica, un patrimonio dello Stato che dovrebbe essere salvaguardato, gestito e valorizzato al meglio.
Invece assistiamo costantemente a un'inversione di marcia verso pratiche violente, profondamente irresponsabili e incivili come la brutalità della caccia, selettiva e non", ha dichiarato Piera Rosati, presidente della Lndc Animal Protection.
Assieme a Green Impact (Italia), Earth (Italia), Nagy Tavak (Ungheria) e One Voice (Strasbourg, Francia), l'associazione aveva fatto ricorso davanti al Tribunale Ue per chiedere l'annullamento della decisione del consiglio su proposta della commissione europea relativa alla richiesta di declassamento della protezione del lupo inserita nella revisione della direttiva "Habitat"-
"Il declassamento del lupo non è supportato da dati scientifici: confidiamo nel ricorso che, se accolto, potrebbe riportare il lupo alla tutela che merita", ha argomentato Rosati.
Il declassamento, fortemente voluto dalla presidente della commisisone Ue Ursula von der Leyen e da numerosi parlamentari anche del'area alpina, è richiesto soprattutto da una parte del mondo degli allevatori che considera troppo onerosa la protezione sistematica degli animali da reddito dai possibili attacchi dei predatori.