Operazione Turione

Bassa Atesina, 21 lavoratori in nero scoperti dalla Finanza: 700 mila euro di contributi non versati

Ben 488 le posizioni irregolari, sanzionate sei aziende agricole: salari fuori busta in contanti per risparmiare sui contributi e ore di lavoro molto superiori a quelle indicate in busta paga
 

BOLZANO. La Guardia di Finanza di Egna in collaborazione con gli ispettori dell’Inps ha scoperto 488 posizioni di lavoro irregolari sanzionando sei aziende agricole. È questo l'epilogo dell'operazione "Turione" contro il lavoro nero e irregolare, fenomeni di illegalità che, oltre ad incidere negativamente sulla condizione dei lavoratori sotto il profilo economico e previdenziale, amplificano i profili di rischio connessi alla loro sicurezza.

Sotto la lente delle Fiamme Gialle della Bassa Atesina sono finite circa 700 posizioni lavorative di braccianti agricoli impiegati da sei aziende operanti nella Provincia di Bolzano e in Veneto nella raccolta di ortaggi, di cui oltre il 75% sono risultate irregolari, con pagamento dei salari fuori busta in contanti.

L'attività ispettiva ha consentito di rilevare che la quasi totalità dei lavoratori impiegati, pur risultando assunti, prestavano ore di lavoro di gran lunga superiori rispetto a quelle indicate in busta paga, che venivano retribuite con somme di denaro contante, consentendo al datore di lavoro di versare minori contributi previdenziali e assistenziali rispetto a quelli dovuti.

Inoltre, è emerso che le aziende ispezionate si sono avvalse anche 21 lavoratori mai contrattualizzati e, quindi, impiegati in nero e senza la preventiva comunicazione alla Direzione Provinciale del Lavoro.

Ammontano complessivamente a poco meno di 700 mila euro i contributi previdenziali ed assistenziali non versati e a oltre 84 mila euro le sanzioni irrogate.

L'attività condotta dalla Guardia di Finanza e dagli ispettori INPS mira a tutelare i lavoratori che, se occupati in maniera irregolare, risultano sprovvisti delle dovute coperture assistenziali e pensionistiche e, al contempo, è orientata a salvaguardare il principio di parità delle armi tra imprenditori. Le condotte portate alla luce dalle Fiamme Gialle di Egna pongono, infatti, chi non rispetta le regole in posizione di indebito vantaggio competitivo rispetto ai propri concorrenti.