Bojan Panic sotto shock ha raccontato delle frequenti minacce del padre ubriaco alla mamma
L'avvocata Veronica Manca dopo l'interrogatorio del giovane che ha confessato di aver ucciso il papà per difendere la madre, ieri a Mezzolombardo: «È stato collaborativo e ha risposto a tutte le domande del pm, in un clima molto tranquillizzante». In circa due ore, ha ripercorso il dramma di venerdì notte e ha raccontato dei litigi che andavano avanti da tempo, della paura quando il padre rientrava ubriaco, dei messaggi minatori, delle minacce alla mamma diventate insopportabili
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TRENTO - «Il ragazzo è sicuramente sotto shock ma in questa fase è stato collaborativo e ha risposto a tutte le domande del pubblico ministero in modo spontaneo in un clima molto tranquillizzante. C'è stata una grande attenzione delle forze dell'ordine e della pm a questo».
Veronica Manca è l'avvocata d'ufficio chiamata ieri mattina per assistere all'interrogatorio di Bojan Panic. Erano passate poche ore dall'omicidio del padre, e dopo essere stato portato nella caserma dei carabinieri di via Barbacovi a Trento, il ragazzo è stato sentito dalla pm Foiera.
Due ore di interrogatorio nel corso delle quali il ragazzo ha ripercorso l'accaduto, ma anche raccontato delle vicende che hanno segnato la vita familiare negli ultimi anni. Era stato lui stesso, nel cuore della notte, a chiamare il 112: «Ho colpito mio padre e l'ho ferito», avrebbe detto.
«Con il ragazzo , che sta elaborazione quanto successo, dobbiamo ancora capire i prossimi passi in vista dell'udienza di convalida davanti al gip che sarà fissata a breve», dice l'avvocata.
Durante l'interrogatorio Panic ha raccontato dei litigi che andavano avanti da tempo, della paura quando papà rientrava ubriaco, dei messaggi minatori, delle minacce alla mamma diventate insopportabili. E poi il drammatico racconto di quanto accaduto nella notte. «C'è stato un ennesimo evento conflittuale nel corso della notte che ha portato il ragazzo ad intervenire», conferma l'avvocata.
«Il ragazzo si è reso conto di quanto successo, ma non voglio entrare nel dettaglio perché vedremo come affrontare i vari elementi della dinamica».
Inevitabile ieri, quando è stata resa nota la notizia dell'omicidio di Mezzolombardo, ricordare quanto accaduto a Torino e la vicenda processuale di Alex Cotoia, anche lui giovanissimo, appena 18 enne, che uccise a coltellate il padre, Giuseppe Pompa, per proteggere la mamma durante l'ennesima lite in famiglia.
Per la morte del padre Alex era stato assolto in primo grado, poi condannato a sei anni, due mesi e 20 giorni di carcere in secondo grado. Infine, la Corte di Cassazione aveva annullato la sentenza di secondo grado, ordinando il nuovo processo che si è concluso con una assoluzione per legittima difesa.
Possibile che anche questa possa essere la strada da seguire anche per Bojan? «In linea teorica può essere tutto ma è prematuro anticipare la linea difensiva in quanto ancora devono essere svolti ulteriori interrogatori rispetto ai dettagli e confronti oggettivi tra quanto dichiarato e i riscontri oggettivi che saranno sicuramente dirimenti per prendere una direzione piuttosto che un'altra».
Ieri, in forma protetta, sono stati a lungo sentiti sia la mamma che il fratello minore.
Il loro racconto è fondamentale per capire quanto la reazione del ragazzo sia stata per legittima difesa, per proteggere la madre, e quanto invece una reazione di rabbia per l'atteggiamento violento del padre. Sicuramente quanto si è reso conto dell'accaduto il ragazzo non ha in alcun modo cercato di nascondere la sua azione. È stato lui stesso a chiamare i soccorsi e quanto 118 e carabinieri sono arrivati sul posto lui era in casa.
Ieri in caserma sono stati convocati anche altri testimoni, persone vicine alla famiglia. Una famiglia apparentemente senza problemi quella dei Panic. Nella casa dove abitavano, al secondo piano del civico 4 di in via Frecce Tricolori, i vicini parlano di persone tranquille, educate, che non hanno mai dato alcun problema.
Per anni hanno vissuto a Laives. Dal 2010 al 2023. In Alto Adige Milka e Simeun Panic hanno cresciuto i loro figli. Bojan è il più grande, ha 19 anni, studia a Bolzano. Il più piccolo, classe 2007, di anni ne ha 17. Poi nel 2023 la famiglia è scesa in Trentino, prima a Mezzocorona dove ha vissuto in via 4 Novembre per circa un anno e da nove mesi era Mezzolombardo.
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