In sei anni sparito il 16% delle aziende zootecniche trentine: le sfide del futuro
Si è svolta mercoledì 23 aprile l'assemblea annuale della Federazione Provinciale Allevatori: bilancio in attivo con 32mila euro di utile. C’è preoccupazione per i crescenti costi di produzione, e per le emergenze sanitarie come l'Afta epizootica e la Blue Tongue che stanno riemergendo in Europa
TRENTO. Il settore bovino da latte in Trentino ha perso il 16,1% delle aziende negli ultimi sei anni, passando da 739 a 630, mentre il numero di capi è diminuito solo dell'8,1%. È questo il dato più significativo emerso durante l'assemblea annuale della Federazione Provinciale Allevatori di Trento, svoltasi nella sede di via delle Bettine. Un fenomeno che evidenzia una maggiore concentrazione degli animali per singola azienda e un consolidamento del settore che, pur comportando una riduzione degli operatori, mantiene sostanzialmente stabile il patrimonio zootecnico provinciale.
Nonostante questa contrazione, la Federazione, che conta attualmente 1084 soci, ha chiuso l'esercizio con risultati positivi: un utile superiore ai 32mila euro e un valore della produzione che ha raggiunto i 17 milioni e 170mila euro, leggermente superiore rispetto al 2023.
"Il 2024 è stato caratterizzato da luci e ombre", hanno sottolineato il presidente Giacomo Broch e il direttore Massimo Gentili, evidenziando come la struttura cooperativa abbia saputo mantenere la propria solidità nonostante le difficoltà del settore.
Un segnale di speranza arriva dal mercato del bestiame, che ha finalmente riportato i prezzi a livelli dignitosi dopo un decennio tutt'altro che esaltante, permettendo agli allevatori di contare su un'entrata aggiuntiva oltre a quella del latte. Inoltre, l'ingresso di giovani imprenditori nel settore viene considerato un motivo di "fiducia moderata" per il futuro.
Sul fronte degli investimenti, la Federazione prevede un significativo ampliamento del punto vendita carni e l'installazione di un nuovo impianto fotovoltaico, iniziative volte a incrementare la sostenibilità economica ed ambientale della cooperativa.
Nel 2024, le manifestazioni zootecniche hanno coinvolto oltre 2.000 esemplari tra bovini, equini, ovini e caprini, creando un importante collegamento tra produttori e consumatori. Contemporaneamente, il Centro Alpenseme a Toss di Ton ha prodotto 354.000 dosi di seme dai tori superbrown.
L'assemblea ha anche affrontato le criticità del settore: dai crescenti costi di produzione alle sfide del cambiamento climatico, fino alle emergenze sanitarie come l'Afta epizootica e la Blue Tongue che stanno riemergendo in Europa.
In chiusura, dopo l'appello del presidente Broch a trovare una direzione comune, l'assessora all'agricoltura Giulia Zanotelli ha esortato il settore all'unità: "Dobbiamo lavorare per tornare ad essere squadra, evitando divisioni che indeboliscono tutti e costruire insieme un futuro sostenibile per la zootecnia trentina."